Segui QdM Notizie

Cronaca

JESI Dopo il trionfo azzurro la pazza festa ai giardini (video e foto)

Tante bandiere nella “notte magica”, Viale Cavallotti invaso: fumogeni, petardi, fuochi d’artificio e la sfilata di auto e moto col tricolore

JESI, 12 luglio 2031 – Una festa pazza, che ha scatenato anche la voglia di riprendersi in un solo colpo tutto quello che lockdown e misure anti covid ci avevano negato.

La vittoria del Campionato europeo di calcio dell’Italia di Roberto Mancini ha assommato in sé molteplici aspetti, non solo quelli legati al tifo per una squadra, che proprio perché ha al timone uno jesino, sentiamo ancora di più nostra.

Quando Donnarumma ha parato il rigore decisivo è come se si fossero aperte le gabbie e tutti si sono precipitati fuori, fuori da quella tensione che aveva attanagliano soprattutto nei momenti decisivi, quelli nei quali il destino si giocava dal dischetto degli 11 metri.

Ed è iniziata la pazza festa, costantemente inondata da fumogeni e sventolio di bandiere tricolori.

Allo Sbarello, lo chalet dei giardini, erano in tanti ad assistere alla finale dal maxi schermo sistemato fuori e da lì si è riversata la prima ondata verso Viale Cavallotti e il monumento. Spazi che, poi, avrebbero accolto quanti a loro volta provenivano dal vicino Palasport di via Tabano, dall’altro maxi schermo, là dove c’era stata una folla quasi da stadio.

Matteo dello “Sbarello” festeggia davanti al poster di Roberto Mancini
La folla al Palasport durante la partita

Come una marea che a poco a poco montava: auto, furgoni scoperti e Apetti con gente assiepata a bordo, moto, ragazzi e ragazze, più stagionati, famiglie, bandiere, trombette che non hanno mai smesso un attimo di starnazzare, sirene, fumogeni a più non posso, petardi, qualche rumorosa bomba carta, fuochi artificiali. Sì, pure loro. Di tutto e di più. Compresi i cori anti England. Mascherine indossate, invece, purtroppo, poche. Un po’ più di prudenza non sarebbe guastata.

Alle 1.30 ancora in gran numero tutti lì, di andare a casa neanche per idea. Anzi, cori sempre più festosi e inno nazionale cantato a squarciagola. Con l’immancabile chi non salta un inglese è.

Alle 2.30 anche i più accalorati si stavano arrendendo, c’era soltanto da soddisfare un collegamento di Sky Sport per una panoramica dai giardini. E un bel gruppetto di ragazzi ha atteso paziente la diretta per poi intonare cori e sventolare bandiere.

D’altronde è stata la notte che tutti sognavamo, per tante ragioni. Ora dopo la giusta festa che ci ha fatto volare occorre ritornare con i piedi per terra.

Certo, un po’ più soddisfatti di prima, ma con gli stessi problemidi prima. Da risolvere nel miglior modo possibile perché non ne siamo ancora fuori.

Fermo restando che chi non salta un inglese è.

Pino Nardella

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News