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JESI Elena Merighi ricorda il padre: «Grande amore per la città»

La figlia di Giorgio, cittadino benemerito di Jesi: «Ho dentro una grande gioia, sono orgogliosa»

La città di Jesi ha recentemente concesso la cittadinanza benemerita a tre grandi personaggi, scomparsi a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, che hanno fatto la storia della nostra città per i valori, la professionalità e l’impegno profusi col proprio lavoro e la propria sensibilità verso l’intera comunità. Maria Neve Padalino, Antonio Ramini, Giorgio Merighi, un riconoscimento postumo essenziale e fondamentale.

Ho sentito, da Roma, la figlia di Giorgio Merighi, Elena, che conosco sin da bambina, e l’ho trovata felice ed emozionata.  

«Ho dentro una grande gioia. Se Giorgio potesse parlarci, direbbe: ”Finalmente la città mi riabbraccia, mi stringe forte”, questo direbbe, come del resto lui ha abbracciato la città di Jesi durante tutta la sua vita. Di questo sono certa. Molto spesso abbiamo chiacchierato insieme del suo rapporto con Jesi. Questo riconoscimento gli avrebbe procurato una gioia immensa».

A Jesi ha iniziato la sua carriera, i suoi studi, poi il successo. Avrebbe potuto passare gli ultimi anni della sua vita a Roma o in qualsiasi altro posto del mondo

Credo che nella sua scelta di vivere a Jesi abbia influito anche il fatto di aver trovato l’amore qui, di essersi sposato, di poter così vivere una vita tranquilla sia in famiglia sia con gli amici che quotidianamente incontrava lungo il Corso o che lo andavano a trovare a casa. Ma a pensarci, sono convinta che dentro di sé pensasse da tempo di stabilirsi definitivamente a Jesi, dove fra l’altro vivono sua sorella, i suoi nipoti. In sostanza, lui è arrivato a Jesi da ragazzo e ha eletto Jesi, senza disconoscere Denore vicino Ferrara, come la sua patria, perché alla fine è qui che è iniziato il suo cammino artistico. A tutto, aggiungi la bellezza della semplicità che questa città gli ha procurato, come il piacere di vivere le piccole cose, di poter camminare per strada, salutando gli amici di sempre, di avere un sorriso e una dimensione più intima e più umana. Mi diceva sempre che Jesi era casa sua, anche se sarebbe potuto andare a vivere dove voleva. Chiaramente il tutto corroborato dal fatto di aver incontrato la signora Elena che poi sarebbe diventata sua moglie.

La cittadinanza benemerita che sentimento in sostanza ti ha procurato?

Orgoglio. Mi dispiace di non essere potuta venire, è stato ed è, ora, pressoché impossibile. Però per l’anniversario della morte, farò di tutto per tornare, anche per ringraziare pubblicamente la Città che ci ha fatto un grande regalo. Ma non solo per papà, quanto per i suoi cari, i congiunti, gli amici. Mi piacerebbe tanto, ma sai che dipende dalla situazione in corso, poter organizzare qualcosa in ricordo di papà, oggi viviamo alla giornata ma sono convinta che abbiamo tutto il tempo per creare qualcosa e, magari, poi reiterarla nel futuro.

Qual è l’opera che Giorgio ha amato più delle altre?

Credo che Butterfly e Tosca siano le opere che papà ha cantato di più nella sua carriera. Anche se era talmente scrupoloso che preparava ogni opera come se la cantasse per la prima volta. Voleva essere sempre all’altezza della situazione e non dare per scontato che riprendere un ruolo, un canto, l’intimo di un personaggio che hai già interpretato tante altre volte, sia come fare una passeggiata.  

Sempre in giro per il mondo, lontano da casa, cosa si provava, da ragazzina, quanto ti mancava?

Vero, sentivo la mancanza. Ma, negli anni, ho avuto modo di comprendere quanto sia stato importante affrontare, come ha fatto lui, il suo destino, la sua storia professionale. Nascere figlio di qualcuno come mio papà, che ha avuto questo dono, nel tempo mi ha fatto essere grata all’universo, a lui perché, come diceva Foscolo, è il ricordo che lasci sulla terra che ti fa sopravvivere. Così che oggi mi rendo conto che tante persone lo ricordano ed è un grande privilegio. Quella mancanza, direi, è stata colmata da questa “immortalità” artistica, che lo farà amare per sempre.

Giovanni Filosa

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