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Cronaca

Jesi Enrico Galiano incanta Palazzo Pianetti: «A scuola si va per sbagliare»

Lo scrittore e insegnante, esperto di giovani, ha parlato di adolescenti insieme a Roberta Cesaroni, «Io credo in te» è la più bella frase d’amore per loro

di Tiziana Fenucci

Jesi, 24 gennaio 2023 – Un fiume di visitatori, soprattutto insegnanti e genitori, ha invaso la Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti, venerdì pomeriggio, per ascoltare l’intervento di Enrico Galiano, ospite del percorso itinerante organizzato da Medicina per me e Roberta Cesaroni, life coach giovanile.

Titolo dell’incontro, Adolescenti: siamo davvero dalla loro parte?”, durante il quale il docente e scrittore ha affrontato il delicato tema della comunicazione con gli adolescenti e di come gli adulti educatori possano fare breccia nel loro mondo per agganciare la loro attenzione od ottenerne il rispetto.

«Spesso ci dimentichiamo di essere stati come loro. Non ci ricordiamo più che quando sei adolescente hai uno tsunami dentro, un mondo di emozioni che non trovano ancora direzione ed espressione. E loro si accorgono se noi adulti stiamo lì a giudicarli, invece di comprenderli e stare dalla loro parte».

Enrico Galiano, insegnante e scrittore

Enrico Galiano ha sottolineato l’importanza dell’adulto, genitore o insegnante, di cambiare prospettiva e dare fiducia ai ragazzi, che troppo spesso sono additati dalla società come quelli maleducati, che si comportano male o che non portano rispetto.

Ha conquistato la notorietà grazie alla web serie Cose da Prof e alla produzione di numerosi romanzi per ragazzi. Vive a Pordenone ed è professore in una scuola di periferia. La sua è una voce autorevole sia nel mondo dei giovani sia per genitori ed educatori.

«I ragazzi reagiscono al modo in cui li trattiamo e li consideriamo. Se dimostriamo loro rispetto anche loro ce ne mostreranno, “Credo in te” è la più bella dichiarazione d’amore che possiamo fare loro, se vogliamo essere la migliore versione di insegnanti, dobbiamo crederci in loro, abbandonare le etichette e l’atteggiamento disfattista che non gli dà speranze».

La Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti durante l’incontro

«Da piccolo la mia maestra di asilo ha detto alla mia mamma che ero un bambino creativo ed io ancora oggi, quando sono alla scrivania a scrivere i miei libri mi ripeto quelle parole. Le parole della mia maestra mi hanno fatto arrivare fin qui. Le parole di fiducia che diamo ai nostri ragazzi sono importanti».

Affrontato anche il tema delle punizioni e l’importanza della relazione d’amore nel colloquio in famiglia.

Riguardo alle punizioni è intervenuta anche Roberta Cesaroni, mental coach giovanile, a sottolineare che «in adolescenza la corteccia prefrontale non è ancora sviluppata del tutto, la completa maturazione avviene all’età di 22 anni, per questo i ragazzi possono compiere bravate, dire o fare cose che noi adulti giudichiamo immature, ma che corrispondono al grado della loro maturazione», e che quindi non vanno punite per questo, ma accolte.

Roberta Cesaroni, Enrico Galiano, Agnese Testadiferro che ha presentato l’incontro

Questo non significa però essere eternamente accondiscendenti.

«Ci sono dei no che rappresentano una parola d’amore per i ragazzi – ha spiegato Enrico Galiano. – A volte quando dai un confine, stai regalando al ragazzo il desiderio di oltrepassare quel limite, gli stai regalando la possibilità di costruire una prospettiva».

Altra tematica importante è quella di manifestare agli adolescenti la propria presenza di adulti al loro fianco e il rispetto dei loro tempi.

«In certi casi è importante dismettere i panni del nostro ruolo e stargli semplicemente vicino dicendogli Io sono qui e ci sarò sempre per te. Lo so che alcune volte è davvero difficile non perdere la pazienza e calarsi nei loro panni, ma se ci mettiamo dalla loro parte i ragazzi lo sentono e la relazione prende un’altra direzione, diventi per loro un vero punto di riferimento».

«Il rispetto dei loro tempi è un altro fattore in cui mi sento eternamente ripetente, perché nella vita quotidiana siamo tutti protesi verso l’avanti e accettare che qualcuno vada più lento ci fa davvero spazientire, è un impegno costante che ci viene richiesto, di rispettare i tempi di apprendimento e di reazione del ragazzo. La parola lentezza ha la stessa radice del termine lenire, che significa curare. Per cui anche la lentezza ha in sé la radice della cura, può essere una cura alla frenesia».

Alle domande del pubblico soprattutto riguardo al fatto che dopo la pandemia i ragazzi soffrono di più da ansia da prestazione, lo scrittore ha risposto che «la scuola italiana è la più ansiogena del mondo, ansia da prestazione che spesso i ragazzi vivono a scuola ma anche a casa, perché capita che anche i genitori li carichino involontariamente di aspettative».

«I giovani hanno paura di sbagliare e vanno in ansia per questo, invece a scuola io vado proprio per sbagliare, è così che si impara. Durante il Covid, inoltre, i ragazzi si sono accorti di non essere la priorità, perché si è dato peso a tante altre cose ma non a loro, e questo li ha destabilizzati».

«Durante la pandemia – ha aggiunto Roberta Cesaroni – sono stati agevolati i ragazzi uditivi, che sono per la maggior parte nella nuova generazione, cioè coloro che apprendono principalmente con il canale uditivo. Un modo molto frequente nella nostra società in cui l’udito fin da piccoli viene stimolato moltissimo. Gli stessi ragazzi nella lezione visiva a scuola sono più in difficoltà e per questo vanno in ansia».

Alla domanda di una studentessa tredicenne «Come facciamo a far diventare i nostri insegnanti come te?» Enrico Galiano, commosso, ha suggerito alla ragazza: «Potreste provare voi studenti a fare delle richieste ai professori, magari tutti insieme, scrivendo una lettera, in cui far sapere cosa vi manca, cosa vorreste in più da loro e come vi sentite a scuola».

Al termine dell’incontro i partecipanti sono stati condotti in visita nelle Sale Betto Tesei alla scoperta del progetto della fotografa Francesca Tilio Adolescenti del XXI secolo, che si inserisce all’interno della mostra “Gemelli Culturali. Jesi-Mayenne, un viaggio d’artista”, allestita nei Musei Civici di Palazzo Pianetti fino al 19 marzo.

Lo scrittore ha inserito la tappa di Jesi tra quelle di un fine settimana dedicato alla nostra regione, ospite anche a San Severino, Cingoli e Osimo.

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