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Cronaca

JESI Eredità Cesarini, il Comune replica al Comitato: «Solo polemiche»

Un gruppo di amici di Daniela ha affisso manifesti nei quali si contesta la gestione delle ultime volontà della pasionaria jesina

JESI, 24 marzo 2021 – Il Comune con una nota risponde ai manifesti affissi in città e firmati dal “Comitato eredità sociale per Daniela” nei quali si critica la gestione del lascito della ex assessora.

«Le eredità non sono tutte uguali – si legge nel manifesto – Rispetto per Daniela: ci opponiamo a una gestione scellerata e poco rispettosa delle sue volontà».

Daniela Cesarini

«Al di là di alcune inesattezze contenute nella locandina – si legge nella replica del Comune -, il vero problema è che il “Comitato eredità sociale Daniela Cesarininon ha proprio compreso cosa si intenda per casa-famiglia, le sue finalità e i protocolli socio-assistenziali previsti per farla funzionare correttamente. Non è certo una colpa, visto che la tematica è complessa.

Ma se almeno i loro rappresentati si confrontassero con l’Asp Ambito 9 che in fatto di assistenza ai disabili è riconosciuta come un modello nazionale o anche con l’esecutore testamentario che ha condiviso il progetto, probabilmente eviterebbero di fare polemiche che da una parte non fanno onore alla compianta Cesarini e dall’altra sanno tanto di strumentalizzazione politica».

Il Comune chiarisce che il progetto della casa-famiglia «rispetta obbligatoriamente le normative nazionali e regionali in materia di abbattimento delle barriere architettoniche – ci mancherebbe che non le rispettasse! – e dunque è perfettamente agibile anche a persone in carrozzina.

Secondariamente il numero dei posti (5 anziché 4, ma non è questo il problema) è tarato proprio sull’idea di casa-famiglia che deve avere dimensioni contenute dove un gruppo ristretto di persone con disabilità – fisica o mentale che sia – possa convivere, svolgendo giorno e notte, con quel po’ di autonomia che ciascuno mantiene, una vita il più possibile normale, ricevendo l’assistenza prevista quando necessario, potendo uscire senza pericoli in pieno centro per fare passeggiate lungo il Corso e dunque mantenendo così relazioni sociali».

Non una struttura per un numero elevato di persone: «Questo è lo spirito della casa-famiglia, non certo una struttura di grandi dimensioni per un numero elevato di disabili che non potrebbero certamente convivere tutti insieme 24 ore al giorno.

Non a caso ci sono i centri diurni, come i due già presenti a Jesi, dove si ospitano fino a 15 persone insieme, anche con disabilità gravi, ma ciascuna seguita in maniera continuativa, dalle ore 8 alle 18, da operatori professionali. Che poi le risorse residuali siano destinate all’abbattimento di barriere architettoniche appare la cosa più naturale e coerente con le volontà di Daniela Cesarini».

(e.d.)

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