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JESI Fondi Ripa Bianca, Meetup: «Occorre rimuovere la causa delle esondazioni»

«Tutti sanno che nel fiume Esino sono dovute alla briglia dell’Enel, alla sua mancata manutenzione, all’accumulo a monte dei sedimenti di ghiaia e altro»

JESI, 6 luglio 2020 – Intervenire sulle sponde del fiume senza rimuovere la causa del rischio esondazioni è «uno sperpero di denato pubblico».

Così il Meetup Spazio Libero di Jesi a commento dello stanziamento da parte della Regione Marche, di un fondo di 600.000 euro per opere di ingegneria naturalistica volte a sistemare le sponde del fiume Esino lungo l’Oasi Ripa Bianca.

Quattro anni fa «chiedemmo un incontro in Regione, dopo aver constato l’inerzia della politica locale e del Comune di Jesi: tutti sanno che le cause delle esondazioni sono dovute alla briglia dell’Enel, alla sua mancata manutenzione, al fatto che nessuna istituzione (Regione, Provincia, Comune) in 50 anni sia stata in grado di pretendere che l’Enel trasferisse periodicamente a valle l’accumulo a monte della briglia dei sedimenti di ghiaia ed altro».

Il Meetup fa riferimento ad una lettera del sindaco Massimo Bacci, indirizza a Provincia, Regione e Ripa Bianca, datata ottobre 2014, in cui scriveva «la briglia dell’Enel costituisca senza dubbio la causa principale dei problemi del dissesto, sia per alcuni errori di costruzione collegati ad una sbagliata quota di imposta della briglia stessa, sia per la mancanza di interventi di manutentivi da parte dell’Enel che la gestisce».

A quel tavolo erano presenti i rappresentanti dell’Autorità di Bacino, dell’Autorità Idraulica (Provincia di Ancona), del Comune di Jesi, della Riserva, dell’Enel.

Per il Meetup in quella occasione il Sindaco si era smarcato: «Si chiama fuori affermando che il Comune “ha esaurito ed espletato i compiti concordati nei tavoli tecnici, completando gli interventi d’urgenza sopra descritti e producendo delle proposte di salvaguardia sostenute da approfonditi analisi e quindi non può fare altro che mettere a disposizione i progetti, i rilievi e le indagini effettuate” – evidenzia il gruppo – . Ha proseguito indicando la Provincia, in quanto Autorità Idraulica, come ente preposto ad intervenire con urgenza. “A fronte di un mancato riscontro”, prosegue Bacci “il Comune, in quanto parte lesa, si vedrà costretto ad interpretare tutte le azioni necessarie a superare l’inerzia dell’autorità competente, al fine di garantire la salvaguardia del proprio territorio, l’incolumità delle persone e la difesa dei beni pubblici e privati.” A noi risulta che il Comune abbia all’epoca restituito anche le risorse finanziarie a sua disposizione per intervenire sul fiume».

Ripa Bianca

Ora la Regione rispedisce a Jesi 600.000 euro per interventi: «Oltre al riconoscimento della vera causa delle esondazioni e alla messa in opera di soluzioni adeguate, auspicavamo tra l’altro l’apertura di un processo partecipativo di cittadini ed associazioni, oltre alla necessità di poterci rapportare con il responsabile del procedimento. Ma la metodologia di certa politica resta la stessa: i cittadini che si impegnano vanno tenuti alla larga; la partecipazione è richiesta solo se in odore di consenso elettorale. Quella del fiume Esino è una brutta storia fatta di risorse finanziarie non utilizzate; denaro pubblico speso inutilmente (anni 2007-2014) per studi già commissionati precedentemente; progetti che non hanno mai visto la fase esecutiva: prelievo di ghiaia, canali scolmatori; finanziamenti restituiti. Chiunque abbia a cuore il bene comune non può non interrogarsi sul corretto utilizzo che i nostri rappresentanti delle istituzioni dovrebbero fare del denaro pubblico».

(e.d.)

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