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Jesi Giobbe Covatta illumina la “Giornata del rifugiato” sui diritti negati ai bambini

Al Pergolesi con la “Divina Commediola” l’artista ha parlato dell’inferno per i piccoli dei Paesi più poveri, 750 i migranti accolti nel nostro territorio, dal progetto di integrazione Sai, promosso dalle Asp della provincia

JesiLa Divina Commediola, si intitola così lo spettacolo che, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, il noto Giobbe Covatta, commediografo, scrittore, comico, umorista, attivista – politico, ha portato sul palco del Teatro Pergolesi lunedì sera.

«Un poemetto scritto per i bambini», ha esordito, al cospetto dell’Amministrazione comunale, delle Cooperative sociali del territorio, dell’Asp Ambito 9 e dei giovani rifugiati presenti. Pronti a condividere con la platea la loro testimonianza di storia vissuta, esempi viventi di quell’integrazione riuscita.

Possibile solo se c’è «un territorio disposto ad accogliere e raccogliere, se si fa rete tra pubblico e privato e tra un Comune e l’ altro, a prescindere dal proprio colore politico», hanno affermato il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e il vice sindaco Samuele Animali.

Maurizio Socci, Samuele Animali, Lorenzo Fiordelmondo, Gianfranca Schiavoni, Ilenia Orologio

Accento napoletano e ironia pungente, il Giobbe Covatta attore trova casualmente una versione apocrifa della Divina Commedia interamente dedicata ai diritti dei bambini, o meglio, ai loro diritti negati, perché di questa Commediola se ne rinviene solo una parte: l‘Inferno.

A partire da due testi di riferimento – la monumentale Commedia dantesca da un lato, la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia dall’altro – Giobbe Covatta ha messo in scena un j’accuse contemporaneo attraverso il quale ha raccontato l’Africa con la sensibilità di chi ne conosce l‘essenza e le contraddizioni, perché l’ha attraversata personalmente e ne è rimasto inevitabilmente segnato.

La lotteria della vita è il mantra che torna a più riprese nel corso della rappresentazione, consapevolezza amara del fatto che diritti e libertà, che dovrebbero essere universalmente garantiti, sono ancora oggi affidati all’arbitrarietà del caso che sceglie per noi di quale mondo saremo abitanti.

Giobbe Covatta in “La Divina Commediola”

Presenti all’evento, mediato dal giornalista Maurizio Socci, anche Ilenia Orologio, assessore del Comune di Falconara – capofila dell’Ambito 12 -, Barbara Paolinelli dell’Asp Ambito 9 e la presidente di Asp9 Gianfranca Schiavoni, che ha illustrato il progetto SaiSistema di accoglienza e integrazione – strutturato sul territorio dagli Ambiti 9, 10, 12 e 13 delle Asp in collaborazione con le cooperative sociali Vivere verde onlus, Cooss Marche, Polo9, Anolf, Fondazione Oikos, Lella2001, Nuova ricerca agenzia res e Casa della gioventù.

Il programma, distinto in un progetto dedicato agli adulti e uno ai giovani rifugiati non accompagnati, oggi vanta di 750 migranti accolti in 120 strutture abitative della provincia e 200 operatori che cooperano al fine di offrire reali percorsi di integrazione attraverso corsi di formazione professionale e mediazione linguistica, orientamento lavorativo, assistenza psicologica, medica, collocamento in strutture abitative o, nel caso di minori non accompagnati, comunità educative.

Maurizio Socci e Barbara Paolinelli

Nel corso della serata è stato mostrato il videoclip della brano musicale Fare goal, esito dell’omonimo progetto discografico promosso dall’Asp che ha coinvolto giovani rifugiati non accompagnati e ragazzi di Jesi di scuole medie e superiori in un laboratorio musicale diretto dall’artista e cantautore Matteo Greco.

«Il progetto Sai è molto ampio, riguarda tutta la provincia, non a caso si chiama: Ancona provincia d’asilo. I migranti che arrivano non sono solo un problema umano, trovano una realtà di accoglienza, il nostro obiettivo è quello di restituire dignità a queste persone», ha affermato Gianfranca Schiavoni.

É intervenuto sul palco anche Nico Andreoli di Cgs Facility Jesi – la realtà di facility managment più grande delle Marche – accompagnato da Omar, uno dei 4 lavoratori rifugiati segnalati all’azienda dalla Cooperativa sociale Cooss Marche. Dopo uno stage di tre mesi, Omar è stato assunto a tempo indeterminato e oggi, a distanza di soli 4 anni dal suo arrivo in Italia, conosce e parla bene la lingua italiana e ha conseguito la patente di guida.

«Per un lungo periodo lavoravo e studiavo, al termine delle 8 ore lavorative frequentavo corsi di lingua italiana. E’ stata molto dura ma Cooss Marche mi ha aiutato moltissimo, per me è come una famiglia. Non mi dimenticherò di loro».

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