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Cronaca

JESI GIORNATA DELLE DONNE, FLASH MOB IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA

JESI, 25 novembre 2015Stasera, a Jesi, il culmine delle manifestazioni dedicate alla Giornata Internazionale delle donne, che aveva già visto due momenti di incontro sabato e domenica scorsi. Alle 18.00 in piazza della Repubblica il  Flash Mob e alle 21 presso Villa Borgognoni  “Amore mio – Quando una relazione diventa pericolosa?”, con il Gruppo teatrale “Parteciparte” e l’intervento di Pina Ferraro, consigliera di Parità della Provincia di Ancona.

Sono state 422, nel 2014, le donne marchigiane che si sono rivolte ai cinque CAV (Centri Anti Violenza) presenti nella nostra regione e che hanno denunciato 895 violenze o maltrattamenti. Si tratta di violenza psicologica, sessuale, fisica e stalking, diffusa soprattutto in ambito domestico e perpetrata da marito, convivente o da un ex. La provincia di Ancona è quella che registra maggiori accessi al CAV (34%).

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra oggi, 25 novembre, deriva da uno stesso giorno frutto di un ricordo terribile: la tortura e il massacro di tre sorelle dominicane accusate di essere rivoluzionarie. I loro corpi gettati in un burrone per simulare l’incidente. Era il 1960. L’ONU, con una risoluzione del 1999, ha successivamente istituito questa giornata. Secondo i dati dell’organismo internazionale il 35% delle donne su scala mondiale ha subito violenza fisica o sessuale e 2/3 delle vittime di omicidi in ambito familiare sono donne.

In Italia sono quasi 7 milioni le vittime di violenza.

Vorremmo illuderci che la violenza è lì dove c’è degrado, invece abita le nostre case e quelle dei nostri vicini. Abbiamo l’identikit delle vittime e dei loro carnefici, eppure troppo spesso siamo ciechi per  riconoscerli: i segnali ci sono ma non li cogliamo.

Ma chi sono più frequentemente le vittime?

Donne tra i 34 e i 53 anni, sposate, italiane con figli e con lavoro stabile.

Chi, invece, gli autori della violenza?

Uomini tra i 34 e i 53 anni (35%), italiani (65%), con un’istruzione di medio livello e con occupazione stabile.

Nella seduta del Consiglio regionale dedicata al fenomeno della violenza contro le donne nelle Marche, Antonio Mastrovincenzo, presidente dell’Assemblea legislativa della regione, ha rilevato: «E’ necessario prendere atto di questo dramma sociale che resta ancora purtroppo confinato nel sommerso, occorre portarlo alla luce e attivare determinate misure per contrastarlo, senza più colpevoli rinvii. Vanno usate le armi della conoscenza e del dialogo, occorre cultura, apertura e rispetto delle differenze, con la consapevolezza e l’impegno quotidiano senza interruzioni da parte delle istituzioni».

La violenza domestica per molte vittime è ancora qualcosa da tenere sommerso, spesso la denuncia arriva solo quando la situazione è catastrofica, magari dopo un tentato omicidio sotto gli occhi dei figli. I numeri non ci danno ancora la vera dimensione del fenomeno, paura e condizionamenti sociali troppo spesso frenano la vittima. Molti passi avanti sono stati fatti sia in ambito legislativo che sociale, ma quello su cui c’è tanto lavoro da fare afferisce la sfera culturale.

Meri Marziali, presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, intervenuta nel corso della seduta aperta del Consiglio regionale ha assicurato che «la commissione continuerà la sua opera nelle scuole, tra i cittadini, con progetti volti a combattere questo fenomeno e sensibilizzare l’opinione pubblica».

(Cristina Corsini)

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