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Cronaca

JESI Guerra in Ucraina: «Vogliamo vivere con la dignità degli europei»

«Il mondo si è svegliato adesso ma sono otto anni che la Russia è al confine»: il racconto di Jacqueline, origini ucraine, che vive e lavora in città

di Eleonora Dottori

JESI, 24 febbraio 2022 – «Da otto anni la Russia è militarmente presente al confine con l’Ucraina, ma il mondo sembra essersi svegliato adesso».

Jacqueline, origini ucraine, vive e lavora a Jesi da anni e collabora con la Casa delle Donne, nel Paese ha lasciato fratelli, cugini e amici. Disponibile a raccontarci la situazione dell’Ucraina, sotto attacco della Russia.

«Le scuole sono aperte, ci sono dei punti di difesa territoriale gestiti da volontari, insomma ci si prepara per la guerra – spiega – Putin nega all’Ucraina il diritto di esistere, lo ha affermato pubblicamente spiegando che secondo lui è stata inventata da Lenin. Il presidente russo distorce la verità, non sappiamo cosa aspettarci da lui che vede il mondo in zone di dominio come nel secolo scorso. Possibile ragionare così ancora nel 2022?».

La storia è complessa: «Putin riesce a fare pressioni sull’Europa con la crisi dei migranti che si sta consumando al confine tra Bielorussia e Polonia. Stessa situzione in Siria: quando vuole distogliere l’attenzione dai suoi piani si concentra su altre zone. Quel che conta per lui è il poligono di tiro migliore». Sul campo sta «perfezionando nuovi strumenti di guerra».

Con il Memorandun di Budapest, firmato nel dicembre 1994, l’Ucraina ha smaltito tutte le sue armi nucleari, ereditate dopo la dissoluzione dell’Urss, aderendo al trattato di non proliferazione di armi nucleari. Testate nucleari che sono state inviate in Russia per lo smantellamento, e in cambio «l’Ucraina ha ottenuto garanzie per la sua sicurezza, indipendenza e integrità territoriale. Ma già nel 2014 la Russia era nel Paese. Oggi all’Ucraina serve protezione, per questo chiede adesione alla Nato: ci eravamo dichiarati neutrali ma alla luce della situazione attuale abbiamo bisogno di una sicurezza».

«Leggere questa guerra dall’Italia mi fa provare delusione – prosegue – perché viene raccontata la narrazione russa dei fatti, quando la vittima invece è l’Ucraina. Putin ha occupato due regioni del Paese ma non si accontenterà ed è costretto a entrare militarmente, perché le cosiddette “repubbliche autoproclamate” non lo aspettano certo a braccia aperte. Basti pensare a quel che è successo in Georgia nel 2008 in Ossezia e in Abcasia».

Nel 2014 in Ucraina ci fu la Rivoluzione della dignità: «Molti giovani sono scesi in piazza con le bandiere dell’Europa: vogliamo vivere con la dignità degli europei, non con le limitazioni della Russia. Putin arriva sin dove gli si permette di arrivare, per questo l’Ucraina chiede sanzioni, ma severe, per fermarlo, non per punirlo una volta che ha distrutto il Paese».

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