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Cronaca

JESI Italo Giuliani: «Ci riuscirò anche questa volta, voglio riuscirci»

Dopo la tragedia di via Saveri la convalescenza e la figlia Ilaria che gli sta sempre accanto: «Mio padre è una roccia, mamma invece era l’amore dolce»

JESI, 16 luglio 2020 – Sta recuperando, soprattutto sul piano fisico, Italo Giuliani dopo la dolorosa vicenda di un paio di settimane fa quando, insieme alla moglie Fiorella,  fu assalito all’interno del proprio appartamento in via Saveri: lei, la sua Fiorella, perse la vita, Italo ferito fu trasportato a Torrette e curato dai medici dell’ospedale regionale.

Italo sta trascorrendo le giornate in un posto ameno nelle vicinanze di Jesi, in leggera collina, con il dolore dentro e con quei terribili momenti che mai si cancelleranno.

Chi lo conosce sa che è un uomo forte, abituato a superare gli ostacoli, a farsi forza e reagire.

«Ci riuscirò anche questa volta, voglio riuscirci», ci dice.

Al suo fianco, in questi giorni, costantemente, la figlia Ilaria con il compagno volati qui da Londra, anche loro con tanto dolore al cuore.

Dopo il riposo obbligato di questi pomeriggi, per non stancarsi troppo, in serata arrivano anche le altre due figlie Tiziana e Marta, con i nipotini, e tutto subito cambia in meglio.  Momenti che servono per trascorrere le ore cercando di pensare ad altro.

Perché a quelle brutte ore ci penserà chi conduce le indagini, gli avvocati, la magistratura.

Non è facile ma la vita va avanti.

Italo Giuliani e Fiorella Scarponi

Italo ci riceve mentre seduto a un tavolino, sotto un albero, all’aria aperta, sta consumando il pasto. Pasto fatto di cibo leggero, morbido da masticare e di liquidi, una birra. Ha un problema alla mandibola per il quale i medici non sono potuti intervenire a causa di altre patologie di cui soffre e che proprio il giorno prima di quel funesto venerdì lo avevano costretto a terapie all’ospedale di Macerata.

Vorrebbe raccontarci tante cose ma soprattutto gli piace far sapere che l’affetto della gente che lo conosce, tantissima, è stato tanto, pur nella drammaticità di quel tragico evento. Difficile solo immaginare che possa accadere, e che ha sconvolto un’intera comunità.

Italo di giorno in giorno, comunque, migliora.

«Rispetto a una settimana fa – conferma Ilaria – è migliorato tantissimo. Anche l’ambiente, in questo luogo, è stupendo e l’ospitalità eccezionale. È venuto qui in condizioni che tutti possono immaginare ma di ora in ora, di giorno in giorno, sta migliorando, ed ha anche iniziato a camminare. Questa tragedia ha distrutto la nostra bellissima famiglia, un dolore che non verrà mai curato. Mamma e babbo erano una squadra tutto fare. Mia madre è stata sempre al fianco di mio padre anche nei momenti difficili della malattia. Mio padre è una roccia, era quello forte, mamma invece era l’amore dolce e lo diceva sempre: ma dove la trova Italo tutta questa grinta!».

«Mio padre solo pochi giorni prima che in Italia chiudessero tutto per il lockdown, a marzo, in occasione del mio matrimonio, era a Londra da me, con la mamma».

Poi Italo e sua figlia ci illustrano cosa ha proposto la famiglia: «Abbiamo deciso di donare allo Iom. Io e mio marito abbiamo settato su Facebook una pagina che si chiama ‘justgiving’ dove si mettono dentro tutti i dettagli bancari dell’azienda recipiente, in questo caso lo Iom, e tantissima gente, anche anonima, anche dall’estero, sta partecipando. Abbiamo detto: non vogliamo fiori, mamma l’ha sempre detto. Siccome mamma diceva sempre che lo Iom ci stava aiutando tantissimo abbiamo deciso di istituire questa pagina. Basta fare un click e la donazione è fatta. Siamo arrivati ad una cifra notevole al di là delle donazioni fatte in chiesa e di persona».

Adesso c’è da guardare comunque avanti e Italo pensa ai nipoti.

«Il più grande ha scritto una letterina – dice -, un disegno che poi ha messo sopra la bara della nonna con nuvole nel cielo e un angelo sopra che volava e ha detto: “Questa è la mia nonna”».

Ma Italo pensa pure alla Libertas dove lui è un’istituzione.

«Mi è venuto a trovare Marco Porcarelli, il vice presidente. Gli ho detto: non mi dimetto, tutti sanno che è la mia vita, ma chiedo un periodo di tranquillità, di pausa. Marco ha accettato».

Anche altri amici gli sono stati vicinissimi: Umberto Romagnoli e Maurizio Ricci.

«Ricci quella mattina era in ospedale in reparto a Torrette e stava visitando. Appena appresa la notizia che io stavo per raggiungere Torrette ha lasciato tutto per venirmi a vedere di persona. Anche Romagnoli è stato un angelo, sempre presente per aiutare me e la famiglia».

«È stato meraviglioso – aggiunge Ilaria -. Questa è l’amicizia vera. Tutto questo amore che innumerevoli persone ci stanno dimostrando ci aiuta e ci dà la forza di guardare avanti».

«Mi ha telefonato anche il sindaco Bacci – aggiunge Italo – promettendo di venire a trovarmi».

Poi aggiunge: «Per dieci anni sono stato vice presidente della Federazione di ginnastica delle Marche. All’epoca consigliere era Gherardo Tecchi. Già allora guardava lontano e mi piaceva, anche se non tutti la pensavano come me. Oggi è presidente nazionale. Mi ha telefonato personalmente. Mi ha promesso che a breve verrà anche lui a trovarmi. Ma tutti si sono mostrati vicini».

La vita va avanti, e Italo pensa anche al giorno in cui ritornerà a vivere nella sua casa: anche se sa perfettamente che non sarà facile.

Ma ora non non è il momento, non ne vuole parlare.

Intanto, in riferimento alla tragica vicenda di venerdì 3 luglio, Michel Santarelli è tuttora piantonato in stato di arresto in Psichiatria all’ospedale “Carlo Urbani“, la sua difesa composta dagli avvocati Mauro Bontempi e Virginia Sassi ha avanzato per lui la richiesta al giudice di perizia psichiatrica.

Evasio Santoni

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