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JESI LA TESTIMONIANZA DEL CHIRURGO RICCARDO GRIFONI DI “MEDICI SENZA FRONTIERE”

Appuntamento alle 16 presso la sala riunioni della ex II circoscrizione, in via San Francesco, ospite della Libera Università per Adulti

JESI, 18 gennaio 2019 Riccardo Grifoni è ospite della Libera Università per Adulti: medico chirurgo marchigiano e operatore umanitario di Medici senza Frontiere.

L’appuntamento questa sera, ore 16, nella sala riunioni della ex II Circoscrizione di via San Francesco. Sarà l’occasione per ascoltare l’azione medico umanitaria in contesti di guerra, attraverso la testimonianza del chirurgo anconetano. L’iniziativa rientra nel programma di attività della Libera Università per Adulti di Jesi in collaborazione con il gruppo di Ancona di Medici Senza Frontiere. Saranno presenti anche il presidente della Luaj, Antonio Ramini e l’assessore comunale Maria Luisa Quaglierii, Comune che patrocina l’evento.

Grifoni, medico chirurgo marchigiano, ha lavorato in diversi paesi in conflitto come Sudan, Afghanistan, Sierra Leone e Pakistan. Grazie alla sua lunga esperienza sul campo illustrerà il complesso ruolo dell’organizzazione umanitaria nelle situazioni di emergenza causate dai conflitti. Ogni giorno gli operatori umanitari di Medici Senza Frontiere sono al lavoro nei principali teatri di guerra in tutto il mondo per soccorrere le popolazioni colpite, fornendo cure mediche e chirurgiche ai feriti o ai malati rimasti senza cure. Un’azione difficile e rischiosa perché dall’Africa al Medio Oriente si combattono guerre senza regole che prendono di mira ospedali e civili, ormai le principali vittime di feroci guerre che non combattono.

«Per me lavorare come chirurgo di Msf è come essere l’ultimo anello di una lunga serie di anelli concatenati tra loro – racconta il medico -. Ho avuto questa sensazione sin dalla mia prima missione in Afghanistan, diventata sempre più forte con il moltiplicarsi delle missioni fatte, finora dieci. Operare è solo l’ultimo atto di una serie che inizia nella sede di Msf prima della partenza».

E ancora: «Quando sei sul campo ti rendi conto, ancora di più nei contesti bellici, che il chirurgo è quello che deve finalizzare il lavoro impostato da decine di persone prima di lui, senza le quali da solo non potrebbe fare nulla: da chi ti fa avere i visti sul passaporto a chi trasporta e ti fa arrivare il materiale medico e i farmaci di cui necessiti. Tutto ciò non fa che aumentare la tua responsabilità sia nei confronti del paziente sia nei confronti degli altri colleghi di Msf che con il loro lavoro ti hanno permesso di operare».

I volontari del gruppo di Ancona saranno presenti con un banchetto informativo: «Ringraziamo chi ci ospita per la sensibilità – afferma Annamaria Mandese, coordinatrice del Gruppo Msf – per la loro sensibilità all’opera di Msf e per la possibilità di quest’incontro che ci consente di portare all’attenzione i tanti contesti di guerra, spesso dimenticati, in cui opera la nostra organizzazione».

Medici Senza Frontiere realizza progetti in oltre 70 paesi al mondo e nel 2016 ha effettuato più di 9 milioni e mezzo di visite mediche, oltre 92.000 interventi chirurgici, aiutato a nascere più di 250.000 bambini. Tra gli esponenti più illustri dell’organizzazione, l’infettivologo marchigiano Carlo Urbani, morto nel 2003 in Vietnam mentre si occupava dell’emergenza Sars, che è stato anche presidente nazionale di Msf.

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