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JESI LE “CANZONI S…CATENATE” DELLA ROCKABELLA BAND

JESI, 29 ottobre 2018 –  Vicolo Roccabella, anima di una Jesi attraversata dalle ombre dei ricordi, è abitato, oggi, non solo dai fantasmi della mia e nostra gioventù.

Allora bastava che mi affacciassi dalla finestra della camera di nonno e nonna, che dava sopra il laboratorio di sarto di Alfredo Rocchegiani detto “Pene”, per sentire un vocio costante, che riportava in vita non solo, nella nostra fantasia, memorie di bambino, quando si scendeva le scalette dietro la Cassa di Risparmio per invadere, tipo i ragazzi della via Pal, il rione San Pietro. Oggi, se bussi alla stessa porta di ieri, quasi di fronte al sarto Alfredo e vicina al grottino, antica osteria, senti sempre della buona musica.

Lì ci sono passati tutti coloro che, strimpellando, suonando, cantando o solo per cazzeggiare, pomiciare, mangiare, giocare e, se vuoi, anche altomare, c’è un locale, non si può chiamare grossa cantina, che allora ci sembrava enorme e proprio da quel locale esce sempre qualche nota. Leggo sul cd che ho in mano: “E’ un luogo senza tempo o, meglio, senza passatempo. A Jesi trovi facilmente vicolo Roccabella e se senti delle note, prova a suonare”.

La musica del cuore della città, quella che Amleto Bosi, figlio del grande Bernardo, anch’esso artista a tutto tondo ma col pennello e con la batteria, mette a disposizione degli amici di sempre, anche di quanti, emigrati e poi ritornati, hanno la stessa voglia di scrivere musica, ascoltare versi, percorrere il chiostro Sant’Agostino, dove sono nato e cresciuto pure io, dove Bosi padre aveva il suo laboratorio e adesso c’è Amleto, un cortiletto pieno di orafi, quelli coi controfiocchi. Opere uniche, creavano.

Amici a tutto tondo, dicevo. Che si incontrano, assorbono magari l’umidità dei muri e si sfogano suonando, cantando, creando e componendo. Ne è uscito fuori un disco, intitolato “Canzoni s…catenate” e la band si chiama, vediamo chi ci azzecca, “The Rockabella band”, composta da, in ordine alfabetico, Amleto Bosi alla batteria, Bruno Lasca alle tastiere e alla fisarmonica, Leonardo Lasca al basso elettrico, Rolando Roncarelli, chitarra e voce. Sue le musiche, suoi pure i testi ed i ricordi che li accompagnano.

Hanno precisato, scrivendo nel cd: “Noi, insieme, 2.500 mesi di musica ed amicizia”. Il Teatro “Piccolo” di San Giuseppe era gremito, sabato sera, parenti, amici, ma non per un tuffo nella memoria di qualche rilettura di successi anni sessanta, ma per rileggere la storia di una parte della città vista dagli occhi di vicolo Roccabella. Quattordici canzoni, in ciascuna trovi un personaggio, una storia, una leggenda, cose che rendono viva una Città.

C’è un momento per il rock, un altro è dedicato all’amicizia, altri ad animali ed al nostro Chiostro. Un successo non solo per la raffinata bellezza del disco, intimo o scatenato, ma anche perché, ed è vero, la Rockabella band ci ha fatto capire che il rock non muore mai. Platea gremitissima, la serata merita altre repliche. Preghiamoci sopra o, come avrebbe detto il “sindaco di via Roccabella” Alfredo Rocchegiani, “oremuse”.

Giovanni Filosa

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