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Cronaca

JESI L’ULTIMO SALUTO A GIANNI CERIONI IN UNA POESIA: “IL FUTURO È IL MIO PASSATO”

A celebrare il rito funebre di Gianni Cerioni è stato l'amico Don Giuliano Fiorentini

A celebrare il rito funebre di Gianni Cerioni è stato l’amico Don Giuliano Fiorentini

Tante le persone comuni che si sono strette alla famiglia di Gianni Cerioni

Tante le persone comuni che si sono strette alla famiglia di Gianni Cerioni

JESI, 5 settembre 2015 – Questa mattina (5 settembre), nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi, una folla commossa ha tributato l’ultimo saluto terreno all’ex parlamentare Gianni Cerioni. Ancor prima dell’orario di celebrazione del rito funebre, sul sagrato si erano assiepate decine di persone: parenti, amici di famiglia, gente che con Cerioni aveva condiviso il suo stesso credo politico. Tanti i personaggi di una vita pubblica che ci rimanda al passato: amministratori locali, provinciali e regionali, uomini che hanno occupato posti di rilievo nella vita pubblica e tanti di coloro che in passato hanno sostenuto il partito nel quale l’Onorevole Cerioni militava, la Democrazia Cristiana. In chiesa i due figli dello scomparso, Monica e Marco con i rispettivi consorti e figli. A celebrare il rito religioso Don Giuliano Fiorentini che con lo scomparso ha condiviso molte esperienze; nell’omelia il sacerdote si è soffermato su ricordi personali, non disdegnando una vera e propria lezione di catechesi. Al termine del rito funebre, prima della benedizione del tumulo, sul pulpito è salito il prof. Fabio Ciceroni che si è rivolto ai presenti per ricordare “l’amico Gianni”, colui che in vita gli aveva chiesto di tenere l’elogio funebre. Dai ricordi di Ciceroni è uscito fuori il ritratto di un Cerioni sconosciuto ai più: l’uomo di parola fino all’ultimo, il galantuomo, lo scrittore di poesie profonde raccolte in alcuni volumi. In chiusura del suo lungo intervento il professore ha voluto pronunciare una frase scritta dallo scomparso: “Il futuro è nel mio passato”. Anche una nipote di Cerioni è salita sul pulpito per leggere, con voce commossa dall’emozione, un pensiero di tutta la famiglia rivolto allo scomparso.
Terminata la lunga cerimonia il feretro è stato caricato sul carro funebre per essere poi trasferito nel cimitero cittadino per la tumulazione.
(Sedulio Brazzini)

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