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Jesi “Manola” fa il pieno di applausi al Teatro Pergolesi

Stagione di prosa, un testo senza freni, comico, assurdo, irriverente con Nancy Brilli e Chiara Noschese

di Giovanni Filosa

 Jesi, 3 marzo 2023 – «Due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo. Una, Anemone, sensuale e irriverente, che aderisce a ogni dettaglio della vita con vigoroso entusiasmo, e il suo opposto Ortensia, uccello notturno, irsuta e rabbiosa creatura in cerca di una perenne rivincita».

«Le due per un gioco scenico si rivolgono alla stessa “terapeuta dell’occulto” e svuotano il serbatoio di un amore solido come l’odio. Ed è come carburante che si incendia provocando fiamme teatrali ustionanti, sotto una grandinata di risate».

«In realtà la “Manola” del titolo – visto al Teatro Pergolesi di Jesi, proposto dall’Amat e dalla Fondazione Pergolesi Spontini – perennemente invocata dalle due sorelle, interlocutore mitico e invisibile, non è altro che la quarta parete teatrale sfondata dal fiume di parole che Anemone e Ortensia rivolgono alla loro squinternata coscienza attraverso un girotondo di specchi, evocazioni, malintesi, rivalse canzonatorie. Una maratona impudica e commovente, che svela l’intimità femminile in tutte le sue scaglie». 

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Qui ci fermiamo. Così Margaret Mazzantini descrive il suo lavoro, originariamente un romanzo edito da Mondadori negli anni Novanta, oggi una commedia vivace e allo stesso tempo grottesca, veloce e schiaccia tempi come una locomotiva futurista e introspettiva come un Beckett in stato di grazia. Le interpreti, per questa ennesima messa in scena che ha visto tante attrici vestire questi – solo all’apparenza – panni scanzonati, sono una festaiola ed edonista Nancy Brilli che, a distanza di 18 secondi, tempo che divide il parto dell’una da quello dell’altra, mostra come le visioni della vita, la sua, siano differenti dalla fobica, gotica, grottesca, lamentosa Chiara Noschese, che fa della sua fragilità psichica un marchio di fabbrica, una specie di tatuaggio incancellabile.

Le entrate e uscite di scena, con cambi repentini di dialoghi e atmosfere, sono tragicomiche e dense di mitragliate che sparano sul pubblico battute taglienti e “normali” allo stesso tempo, come se fosse labile e minima la differenza fra dramma e grottesco. Un rinfacciarsi ricordi e sensazioni di vita, una verginità sacra come per le antiche vestali contrapposta alla gioia nascosta nell’antico detto “carpe diem”.

Da ricordare, perché il pubblico jesino, accorso ancora una volta al Pergolesi in massa, è sbottato in una risata “degna di una omerica risata”, come avrebbe detto Nietzsche, la scena in cui la Noschese diventa una animatrice milf in discoteca e la battuta della Brilli che dice “non c’è niente di peggio di una topa vecchia su di giri”.

Perché? Perché lentamente i ruoli si invertono e l’una sorella diventa l’altra, Anemone (questo il nome della Brilli) sposa addirittura il fidanzato di Ortensia-Noschese. E non solo. Diventano le due facce di una stessa sfera che ha invertito i ruoli dell’una e dell’altra e la Manola (forse maga, forse venditrice di sogni, forse anche fattucchiera) del titolo altri non è che il pubblico in sala.

Uno spettacolo che scoppia di vitalità, che forse ha appena bisogno di attenuare alcuni ritmi per far arrivare meglio le battute che si susseguono impietose e irriverenti, alla platea. Che, dopo una fatica così coinvolgente, ha applaudito alla prova assolutamente difficile, densa, ironica e trascinante delle due attrici.

Si replica da stasera al 5 marzo a Fano l’8 e 9 marzo a Fermo.

©riproduzione riservata

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