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Jesi Piazza Fontana e la strategia della tensione

Proiezione del documentario (17.30) al Centro studi libertari ‘”Fabbri”, presente anche Roberto Gargamelli testimone dei fatti avvenuti

Jesi, 11 dicembre 2022 – Oggi, al Centro studi libertari “Luigi Fabbri” , in via Pastrengo 2, dalle 17.30 verrà presentato e proiettato in prima visione “12/12 Piazza Fontana”, di Matteo Bennati e Maurizio Scarcella.

Sarà presente Roberto Gargamelli, testimone dei fatti avvenuti, nonchè riconosciuto innocente in un lungo processo senza prove che segnò l’inizio di una strategia di repressione forse non proprio nuova: generare confusione, terrore, paura, e creare mostri a cui addossare la colpa.

Una bella opera cinematografica, in cui, attraverso la voce dei protagonisti, viene ricostruita la cosiddetta “creazione del mostro”, a partire dai fermenti sociali del movimento operaio e studentesco del ’68 che rispecchia l’affacciarsi di una massa di gioventù desiderosa di ottenere un futuro migliore, difficilmente contenute dalle strutture partitiche delle vecchie organizzazioni politiche, sindacali e dalle istituzioni, poco cambiate dal nuovo assetto repubblicano.

In uno scenario geopolitico post bellico particolarmente teso viene elaborata e messa in pratica la strategia della tensione attraverso esplosioni vere e proprie contrapposte allo scoppio di rivendicazioni sociali che sfociano in scioperi, manifestazioni, picchetti, scuole occupate, che moltiplicandosi avrebbero potuto incrinare gli equilibri internazionali e interni.

I mostri del Circolo 22 marzo si raccontano, parlando di Valpreda, di se stessi, dell’anarchia prima e dopo Piazza Fontana

La sede del Centro studi libertari “Luigi Fabbri” in via Pastrengo

È passato poco più di mezzo secolo da quella bomba, e da quella notte in cui un innocente, padre di due figlie, venne scaraventato giù dalla Questura di Milano, e tanti furono messi in carcere preventivamente con fermi illegali e interrogatori senza verbali.

A quanto pare la verità non è riuscita a scalfire, a distanza di così tanti anni, la capacità di utilizzare gli anarchici e le bombe come arma di distrazione dai problemi di un paese sempre più povero, ignorante, impaurito, malato.

Anarchia non vuol dire bombe, ma uguaglianza nella libertà, un futuro che tutti noi meritiamo.

Centro studi libertari “Luigi Fabbri” di Jesi

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