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Cronaca

JESI PIAZZA PERGOLESI, LA POLEMICA RISPOSTA DEGLI ARCHITETTI A DIFESA DEL PROGETTO: “OGGI È SOLO UN PARCHEGGIO”

JESI, 4 febbraio 2017 – I progettisti  Anita Sardellini e Andrea Marasca dell’omonimo studio Sardellini Marasca Architetti, in risposta alle critiche del comitato cittadino Nessuno tocchi Pergolesi intervengono a difesa del progetto da loro redatto tra il 2005 e il 2016.

“La storia della città di Jesi e in questo caso di piazza Statuto (come era chiamata fino a poco tempo fa) – dicono in una nota – non inizia nell’anno della realizzazione del monumento a Pergolesi (1910), bensì dal medioevo. Ne è ancora testimonianza diretta la chiesa di San Nicolò, inclinata secondo l’antica trama del borgo medioevale. La piazza fino a quel momento era vissuta dagli jesini come spazio libero. Tanto è vero che era luogo privilegiato di mercanti e giostrai per la sua posizione baricentrica e soleggiata.

Per cui da un punto di vista di spazialità urbana il progetto non fa altro che restituire il luogo che gli jesini avevano potuto godere prima del 1910.

La chiesa di San Nicolò, il santuario della Madonna delle Grazie, palazzo Mereghi, il sistema lineare di corso Matteotti, come anche gli edifici retrostanti tra i quali l’ingresso laterale della pregevole corte Bettini e lo stesso prezioso monumento a Pergolesi sono e devono essere tutti elementi da tenere in considerazione nella riqualificazione di uno spazio urbano.

Il progetto ha quindi obiettivo e ambizione di non creare gerarchie storiche nella coesistenza di numerosi monumenti presenti nel luogo, bensì di generare una valorizzazione generale dell’insieme delle emergenze.

Alla critica mossa da più parti, anche autorevoli, di aver relegato il monumento in un angolo, rispondiamo dicendo che non si è forse compresa la planimetria della nuova piazza che cambierà forma e dimensioni, allargandosi e creando un apposito spazio di valorizzazione del monumento. Questo, non solo sarà visibile a 360°, come voluto dal suo autore, bensì avrà delle sedute sul retro per ammirarlo comodamente.

A chi dice che lo spostamento è delicato rispondiamo che, con le tecniche attuali e con competenze specifiche, tale operazione è delicata ma assolutamente possibile, così come anche sostenuto dallo stesso scultore Ippoliti che ne curò il restauro e fece proprio al nostro studio un apposito preventivo in merito.

Vorremmo soprattutto che si comprendesse che la piazza attuale oggi non esiste, è semplicemente un luogo di passaggio, un parcheggio e un’accozzaglia di superfetazioni,  a partire dall’edicola in primo piano sul corso. Questo non rende onore nè allo scultore Lazzerini nè alla cittadinanza. La nuova piazza, proprio per la nuova conformazione, sarà attrattrice di persone, quelle stesse persone che avranno il tempo di “stare”  nella piazza, di sostare, di osservare, di sedere, di comprendere il valore della storia che li circonderà in tutta la sua complessità e non solo da un unico punto di vista storico.

È bene comprendere che gli spazi, nella storia, cambiano a seconda degli usi e delle esigenze dell’epoca che si vive. Nel corso giravano le carrozze, poi le macchine ed oggi lo si rende definitivamente pedonale perché le esigenze cambiano e la socialità urbana diviene elemento progettuale.

In quest’epoca, per poter realizzare il progetto, pensato nel 2005, l’amministrazione jesina ha utilizzato lo strumento più democratico in assoluto: il concorso di idee. Al quale tecnici competenti erano chiamati a rispondere all’esigenza di riqualificare il centro. Il progetto, non solo è stato giudicato vincitore da una giuria altamente qualificata, ma è stato lodato da tutti gli amministratori che si sono succeduti da allora, nessuno escluso.

Il sindaco Bacci ha avuto il merito e l’energia di mettere in moto un motore che esitava a partire, coinvolgendo apertamente la cittadinanza nel 2013 al Palazzo dei Convegni, dove tra le centinaia di intervenuti non vi  fu alcuna critica su piazza Pergolesi.

Ci auguriamo che un processo così virtuoso non si interrompa per altri interessi meno illuminati”.

 

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