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Cronaca

Jesi Presepe, consegnata al vescovo statuina del maestro Claudio Riso

Da Coldiretti, Confartigianato e Fondazione Symbola, l’immagine rappresenta l’artigiano con il suo apprendista, simbolo del passaggio di competenze alle nuove generazioni

Jesi – Trasmettere il sapere e il saper fare alle nuove generazioni.

È il messaggio della statuina in cartapesta realizzata dal Maestro presepista Claudio Riso, voluta per il Presepe 2023 da Confartigianato, Coldiretti e Fondazione Symbola.

L’immagine del maestro imprenditore con il suo apprendista, come da tradizione, è stata consegnata a mons. Gerardo Rocconi, vescovo della diocesi di Jesi.

A consegnare la statuina Cristina Brunori e Marta Vescovi, presidente e responsabile dell’Area territoriale di Jesi di Confartigianato e David Donninelli, vice direttore Coldiretti Ancona.

La scelta del soggetto riporta al sapere tipico dell’artigianato e dell’agricoltura e all’importanza del passaggio generazionale per preservare le tradizioni, trasmettere competenze e senso di responsabilità rispetto all’eccellenza del Made in Italy ma, al tempo stesso, con la capacità di innovare.

Maestro e apprendista arrivano dopo la figura dell’infermiera scelta nell’anno del Covid, dell’imprenditore digitale del 2021 e del florovivaista lo scorso anno.

«Il Presepe è una tradizione molto sentita e per questo ogni anno vengono scelti personaggi che rappresentano i valori sui quali si basa l’attività di Confartigianato», hanno detto Cristina Brunori e Marta Vescovi, sottolineando come sia fondamentale la formazione e la trasmissione di mestieri che rischiano di scomparire.

«Oggi il settore agricolo regionale vanta il terzo maggior tasso di imprenditoria laureata d’Italia – ha spiegato David Donninelli -. Le generazioni del passato sono la nostra storia e il punto di partenza di un’agricoltura che nel tempo ha aumentato in conoscenza e tecnologia: è questo ciò che simboleggia la statuina di quest’anno un passaggio di testimone e un supporto ai giovani che sempre più si avvicinano al settore agricolo e che oggi rappresentano l’unico incremento fra i settori produttivi italiani e quello con meno flessione a livello europeo».

«Una realtà importante che ha visto rispetto agli anni pandemici un +34% di giovani alla guida di imprese agricole. Il settore agricolo sempre più si afferma come possibilità per i giovani di mantenere le intelligenze saldamente ancorate al territorio e alla storia del Paese, riversandole poi in quello che producono».

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