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Jesi Le vite di Jimena Sterlacchini – Video

Le opere delle giovane artista di origine boliviana in mostra allo Spazio Prisma Computer di via San Francesco

Jesi – E’ particolare l’opera d’arte, intesa nella sua complessità, che Jimena Sterlacchini, giovane artista che ha vite trascorse da raccontare e vite future ancora da vivere, espone in questi giorni presso lo Spazio Prisma Computer, in via San Francesco 4, cenacolo che ospita artisti emergenti con una certa continuità, tutti rigorosamente appartenenti alle arti figurative.

E tutti con un futuro che vogliono giocarsi offrendo allo sguardo dei passanti la propria personalità artistica.

La mostra si chiama Mise en abyme, che rappresenta, amplificandoli, i temi principali dell’opera rappresentata o scritta, un termine tecnico che indica un espediente narratologico che prevede una storia nella storia.

Ne è un esempio la bellissima locandina che invita alla mostra. Da cui si può desumere anche la provenienza della sua ispirazione. Jimena è di origine boliviana e diverse vicissitudini (nascita, fuga, orfanotrofio, l’adozione in Italia) nel suo Paese d’origine l’hanno fatta approdare ad Ancona, adottata da una famiglia che l’ha cresciuta assecondando la sua passione per l’arte.

Tanto che si è perfezionata all’Accademia di Macerata, lavora alacremente alle sue opere ed è impegnata presso il Museo Tattile Omero di Ancona.

Ha una capacità espressiva che cattura subito ma quello che maggiormente colpisce è la padronanza assoluta della manualità espressiva e il saper cogliere, su livelli differenti, le varie fasi dell’evoluzione della realtà quotidiana, dal bello di alcuni sguardi che evocano la poesia accarezzando i fianchi, non sempre senza angoli, che l’immaginazione e la creatività interna, quasi magica nelle sue illustrazioni, propone.

Dice Federico Pace, storico dell’arte, nella presentazione della mostra, che “non c’è bellezza nell’autorappresentazione, semmai denigrazione, come a voler dire prima ti faccio conoscere il brutto mentre al bello pensiamo dopo”.  

Le abbiamo chiesto degli artisti che l’hanno formata e, forse, anche sedotta con le loro opere. Per farla conoscere meglio.

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