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JESI PRO VITA, QUELLA «PROPAGANDA OFFENSIVA E ILLOGICA»

In Consiglio comunale l’interrogazione di Agnese Santarelli ha ricevuto un silenzio parziale che vale più di qualsiasi giustificazione

JESI, 27 ottobre 2019 – Il Consiglio comunale di venerdì scorso ha visto la consigliera Agnese Santarelli di Jesi in Comune presentare un’importante interrogazione – che invero ha ricevuto una risposta soltanto parziale.

La questione riguardava i cartelloni di propaganda dell’associazione Pro vita e Famiglia onlus apparsi su camion-vela alla Festa regionale della famiglia del 15 settembre scorso. Si trattava di «frasi false, offensive, illogiche, fuorvianti e lesive della dignità della persona» sul discorso eutanasia.

La domanda della consigliera era semplice, e così articolata: è vero che per la propaganda su camion-vela sono necessarie autorizzazioni del proprietario della strada con tanto di descrizione della pubblicità e luogo di esposizione? Che cosa sapeva il Comune a riguardo, e come prevede – se lo prevede – di prendere posizione e provvedimenti circa la natura delle frasi riportate?

In assenza dell’assessore di riferimento, la risposta è arrivata dal dirigente Dellabella: «La regola di cui ha parlato la consigliera – fa sapere – non riguarda i camion-vela, che in quanto pubblicità dinamica non necessitano di dichiarazione al Comune, pagando un’imposta solo al Comune dove ha sede la società che espone».

La consigliera ha fatto giustamente notare come la risposta sia stata puramente tecnica, e abbia palesemente evitato la seconda parte della richiesta, esplicitata anche nel documento scritto dell’interrogazione, contrariamente a quanto controbattuto dal Presidente: il Comune ha intenzione di prendere posizione riguardo una propaganda svolta in termini del genere?

«Poteva rispondere il Sindaco – continua la consigliera – in assenza dell’assessore. L’associazione Pro vita è notoriamente legata a posizioni estremiste cristiane e di estrema destra, fasciste e razziste, tristemente presenti nel nostro paese».

«L’area dei giardini pubblici in occasione della festa – incide la Santarelli – era chiusa al traffico, perciò qualcuno un’autorizzazione a queste persone l’avrà pur accordata».

Non ha ricevuto risposta, e si sa, non prendere posizione è sempre un colpo inferto alla parte debole o in qualche modo lesa.

La gravità del silenzio della Giunta risiede non solo nella negazione della democrazia perseguita dal Consiglio comunale, ma anche nel fatto che cartelli del genere, volutamente falsi e irrispettosi, siano stati fatti passare con leggerezza ignorandone – o assecondandone – le implicazioni politiche ed etiche, nonché denotando una certa negligenza nei confronti di ciò che accade in città.

Posto, infatti, che la libertà di pensiero e di parola sono diritti tutelati dalla Costituzione.

Agnese Santarelli

Posto che la Festa della famiglia sarebbe dovuta essere una festa inclusiva – cosa che per sua stessa natura la suddetta onlus non concepisce, giacché nel 2019 (d.C.) parla ancora di gender, propaganda omosessuale e “famiglia fondata su un uomo e una donna” – tagliando fuori tantissime altre famiglie, neppure necessariamente omogenitoriali.

Posto infine che, limitandosi alla propaganda effettuata in quel contesto, “la vita imposta” è una violenza alla dignità e alla libertà.

Fatte queste premesse, Pro vita e Famiglia onlus ha leso gravemente la libertà di pensiero, andando a nuocere anche alle persone non integraliste contrarie all’eutanasia per propria etica personale. Perché utilizzare parole offensive, false e poco dignitose non c’entra niente con la scelta di restare attaccati a un macchinario per cinque, dieci, vent’anni, o di rifiutare un accanimento terapeutico.

Non si sta affatto discutendo la scelta personale, che come tale dovrebbe rimanere sacra e individuale – da ambo le parti, però –, ma il mezzo, nonché l’estremismo che porta queste persone ad aggrapparsi alla libertà, per poi utilizzarla per limitare quella altrui.

Non rendendosi conto, almeno si spera, del male che questa leggerezza può fare, e non avendo mai avuto, beati loro, un marito, una moglie, un figlio, un fratello, un amico logorati a una macchina a tempo indeterminato.

Elisa Ortolani

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