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Jesi Pronto soccorso come un reparto di degenza: anche 40 pazienti nelle barelle

I sindacati denunciano uno stato di fatto in violazione alla normativa vigente e il personale non riesce più a garantire i giusti minuti per l’assistenza

Jesi, 12 gennaio 2023 – Le scriventi organizzazioni sindacali hanno più volte segnalato, attraverso comunicati stampa la grave situazione in cui versano gli operatori sanitari assegnati ai pronto soccorso del “Carlo Urbani” di Jesi – Ast di Ancona, senza che le figure apicali chiamati alla responsabilità dirigenziale in materia sanitaria della Regione Marche abbiano mai dimostrato una reale volontà di risolvere i problemi presenti da anni e che si sono cronicizzati nel tempo fino ad arrivare ad essere insostenibili.

Tutto questo perché mancano le risposte sul territorio dove va implementata l’assistenza di prossimità, cosa mai fatta, dove territorio e ospedale non parlano tra loro e non si prendono cura dei più fragili che inevitabilmente poi si vedono costretti ad accedere ai servizi di Emergenza Urgenza oltre la carenza dei medici specie quelli di base.

Attualmente al “Carlo Urbani” stazionano nei corridoi oltre 35 barelle al giorno quando si dovrebbero accettare solo i codici rossi, con pazienti non autosufficienti che rimangono in attesa di un posto letto nei Reparti, senza dimenticare che di notte non vengono effettuati ricoveri.

Questo genera un aumento dei carichi di lavoro per tutto il personale che si trova a gestire un vero e proprio Reparto di degenza quando invece per il pronto soccorso ciò non è previsto.

Il personale non riesce più a garantire i giusti minuti per l’assistenza per non parlare della mancanza di privacy tra i pazienti nel momento di fare una prestazione sia di tipo alberghiera che diagnostico-terapeutica.

Lavorare in questo contesto mette in serio pericolo gli operatori sanitari, i cittadini che accedono alla struttura e i pazienti che sostano per svariati giorni nella struttura medesima

La presenza di pazienti barellati, non autosufficienti in misura di 35/40 al giorno che stazionano nella struttura in attesa di un posto letto per il ricovero, che in una ottica di una organizzazione funzionale dovrebbero essere dirottati anche in altri pronto soccorso delle sedi della Ast Ancona Marche sopravvissuti ai tagli del governo regionale, ha provocato problemi che dall’inizio del covid ad oggi si sono aggravati esponenzialmente.

Le funzioni primarie dei pazienti non autosufficienti, dall’igiene alla mobilizzazione, dalla somministrazione del pasto alle bevande, al controllo dello stato generale, non può essere assicurata al meglio.

Aumenta il rischio di piaghe da decubito in persone che si trovano in uno stato patologico problematico e soprattutto le barelle nei pochi spazi liberi utilizzabili sono una di fianco all’altra, venendo meno sia il concetto di privacy che di mantenimento dei protocolli covid.

Nello specifico occorre evidenziare, con forza, e prendere atto, per l’ennesima volta, che all’interno del pronto soccorso di Jesi è presente un Reparto di Degenza di Medicina che è in violazione della normativa vigente che riguarda la codifica e organizzazione di un Reparto di Emergenza Urgenza.

Possiamo pertanto ipotizzare un’incapacità funzionale organizzativa da parte dei Direttori chiamati a responsabilità diretta nell’organizzazione di tale Reparto, accompagnata da una manifesta volontà di privatizzazione in atto a livello di Regione Marche.

Chiediamo che le istituzioni e i dirigenti tutti si attivino e prendano decisioni immediate per risolvere le problematiche da noi denunciate

Pretendiamo risposte e soluzioni, la sanità marchigiana non deve diventare una sanità di serie B.

Le organizzazioni sindacali scriventi si riservano di segnalare quanto sopra agli organi competenti, anche attraverso la magistratura di competenza.

Stefano Brutti – Fsi Usae

Fabrizio Ferrini – Fials

Patrizia Ercoli – Csa

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