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Jesi Quella esposizione dedicata a Valeriano Trubbiani

Opere di grafica di Dafne Comuzzi omaggio all’artista, venuto a mancare due anni fa, arricchiscono le pareti di Prisma, in via San Francesco

di Giovanni Filosa

Jesi, 16 settembre 2022 – Il titolare della Prisma Computer di Jesi, Federico Pace, è una personalità dotata di immensa pazienza visto che ogni volta che lo contatto (non so quante a settimana…) di buon grado accetta di darmi consigli e modificare le mie topiche e lacune che ho nei confronti dei computer. Ma tant’è, l’attrezzo deve essere sempre in spolvero.

Per la serie “Non tutti sanno che” vi assicuro che è particolarmente affascinante e bello, da anni, entrare nello “spazio” di lavoro (non lo chiamo negozio) di Federico – serio e profondo esperto di storia dell’arte – e trovare, praticamente tutti i mesi, le pareti che ogni volta parlano linguaggi diversi. Talvolta ti accecano di colori, ti affascinano di foto, ti sommergono di primizie di artisti i più disparati. Perché Federico è così.

Ed in questi giorni, in cui la tastiera faceva come le pare, ho trovato una sorpresa gradita e per me molto cara. Alcune opere di grafica “dedicate” a Valeriano Trubbiani, il Maestro scomparso due anni fa, che ha alternato una certa sorta di espressionismo surrealista ai suoi esordi per passare poi alla materia e a “relitti” di recupero fino alle macchine da guerra, istallazioni ossessive ma, credete, per me rilassanti e correnti verso lo spazio, celebrando Leopardi e poi e poi e poi ….

Dunque alcune opere, che compongono una piccola ma grande mostra intitolata “Ispirazione grafica – omaggio a Trubbiani”, arricchiscono le pareti di Prisma, in via San Francesco 4 di Jesi. Chi le ha realizzate? Mi informo e mi dicono essere stata l’artista Dafne Comuzzi, una delle allieve più apprezzate da Valeriano Trubbiani. Aveva una strada e un nume tutelare importanti di fronte e di fianco ma ha deciso di non percorrerla.

Perché ha fatto una scelta di vita, mi dice il marito. Sarà pure, ma queste opere grafiche che rimettono fuori la testa dopo anni, dimostrano la sua, se non completamente definita, fantasia oltre che decisa ispirazione, e soprattutto sembrano avvalorare quello di cui Trubbiani parlava, soprattutto ai suoi inizi, quando diceva che “l’immaginazione rinnova i rapporti e le armonie più nascoste della storia antica e della storia in genere, facendole partecipare alla storia moderna”.

In queste poche opere che la Comuzzi ha deciso di “riesumare” per trovare soluzioni e aprire un dialogo con altre menti, visto che l’arte ha sempre un importante punto di partenza ben supportato da un saldo retroterra culturale, c’è il “fascino della cosa appena uscita dalla mano dell’artefice. Il risultato è promettente e convincente. Non mi resta che complimentarmi con lei, che è anche mia moglie, felice di aver visto nascere questi lavori”, dice il critico, professor Gabriele Bevilacqua. Che di solito non è tenero.

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