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Cronaca

JESI SANITÀ LUMACA, PER UNA VISITA URGENTE DEVE RECARSI IN EMILIA ROMAGNA

JESI, 22 dicembre 2015 – A Natale, si diceva una volta, tutti diventano più buoni, ma i tempi sono passati e quel vecchio detto è rimasto nel libro delle tradizioni; nessuno più lo rispetta, né rispetta le regole appena emanate.

Pasquale Liguori, presidente del TdM

Pasquale Liguori, presidente del TdM

Ci spieghiamo. Tutti sappiamo che se il medico di fiducia indica il termine “Urgente” in una ricetta o in una richiesta di esame diagnostico, quella richiesta deve essere evasa se non immediatamente, almeno entro le 72 ore successive; nella sanità jesina questo non è avvenuto e così, dopo il caso di quel malato oncologico in lista d’attesa ecco aggiungersi quello di una donna che il 7 dicembre scorso si è recata al CUP (Centro unico di prenotazioni) per prenotare una risonanza all’encefalo che doveva accertare la benignità o meno di un meningioma diagnosticato in precedenza da una Tac. Da quel 7 dicembre ne sono passati di giorni, ma quella donna attende ancora di essere chiamata dalle strutture sanitarie di Jesi. Un ritardo che col passare dei giorni ha preoccupato molto la signora al punto tale da spingerla ad avanzare analoga richiesta di visita in una struttura sanitaria della vicina Emilia Romagna che l’ha convocata dopo appena 48 ore di attesa e per di più richiedendo il solo pagamento del ticket. Per la signora, fortunatamente, tutto bene, ma per la sanità marchigiana?

Che senso ha sancire politicamente dei principi quando poi le poche forze del territorio non riescono a fronteggiare la situazione.  Secondo il presidente del Tribunale per i diritti del malato Pasquale Liguori “tutto ciò non è più tollerabile” e per tale ragione sarebbe opportuno che situazioni di questo genere fossero portate a conoscenza del Tdm che chiederà all’Asur di fare eseguire l’esame in libera professione, rimborsando al paziente la differenza tra l’importo del ticket e quello pagato in intramoenia nel rispetto delle regole.

Nella nota in cui si denuncia l’episodio, il Presidente del Tdm tiene a precisare che “di questi fatti nulla si può imputare agli operatori della Radiologia che quotidianamente si trovano a fronteggiare casi del genere con risorse sempre più ridotte e con afflussi sempre maggiori, con liste d’attesa sempre più lunghe e con le responsabilità di dire al paziente che la richiesta del medico non può essere considerata urgente”. A questo punto  Liguori si rivolge ai vertici della sanità marchigiana ricordando che “è ora che la direzione dell’Asur Marche, piuttosto che celebrare in incontri pubblici l’efficienza e la virtuosità della sanità marchigiana dia risposte concrete su questa problematica che tanto disagio sta creando ai nostri cittadini; abbia almeno la correttezza di dare una risposta al paziente che si presenta allo sportello con una prescrizione di urgenza, si abbi almeno il coraggio di dire che questa Asur non è in grado di rispettare le regole fissate. A tale proposito – prosegue la nota del Tdm – è bene evidenziare che, contrariamente a quanto avviene qui da noi, in altre strutture regionali le regole vengono rispettate come dimostra il caso della donna in questione che con una prescrizione urgente ha fatto il suo esame entro i termini previsto in una struttura pubblica pagando solo il ticket dovuto”.

Il caso di questa paziente, con molta probabilità, non sarà, purtroppo l’unico, considerato il fatto che alle già lunghe liste di attesa andranno ad aggiungersi le imposizioni dell’UE in materia di orario di lavoro del personale.

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