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Cronaca

JESI Una rete per affrontare il disagio sociale e gli atti violenti

Costituito un tavolo tra Comune, forze dell’ordine, medici, per far fronte in modo efficace a una problematica, accentuata dalla pandemia, da numeri inquietanti

JESI, 28 luglio 2020 – In queste ultime settimane, complice la pandemia, si sono registrati nel nostro territorio atti violenti, suicidi, crisi depressive, disturbi psichici e problemi di coppia come se ne registrano normalmente in un intero anno solare.
Di fronte ad una situazione così complessa è necessario fare fronte comune, affrontare insieme le problematiche e provare a dare le soluzioni più opportune.
Ruota attorno a questi obiettivi il tavolo che si è costituito tra Amministrazione comunale, forze dell’ordine e medici e che diventerà centrale nel costruire una rete di protezione sociale.
Presenti gli assessori ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri ed educativi Marisa Campanelli, i rappresentanti di polizia e carabinieri, il direttore del dipartimento di salute mentale Massimo Mari, il direttore del Servizio per le Tossicodipendenze (Sert) Adriano Baldoni e il rappresentante dei medici di medicina generale, Guglielmo Cherubini, si è condivisa l’idea di monitorare puntualmente la situazione, facilitando la circolazione delle informazioni, specialmente per i casi più complessi, così da provare ad intervenire in maniera puntuale ed efficace.

Da parte del dottor Mari è stata evidenziata l’impennata di casi clinici, ma anche le molteplici richieste di sostegno psicologico che sono pervenute in questo particolare periodo.

In particolare è stato sottolineato l’insorgere di due sentimenti a cui guardare con particolare attenzione: lo sgomento della popolazione di fronte a una emergenza epidemiologica che nessuno avrebbe potuto immaginare, con le ripercussioni sociali ed economiche che ne sono derivate, e una sorta di ingiustificata vergogna nel chiedere aiuto per i problemi di natura fisica, mentale, ma anche finanziaria che si vivono direttamente o per qualcuno dei propri cari.
Uno scenario che impone di prendere in seria considerazione la tematica da parte delle varie parti in causa.
Il tutto in una regione dove, è stato evidenziato, le risorse destinate al tema della salute mentale, rispetto alla spesa complessiva per la sanità, sono largamente al di sotto sia di quanto previsto dalla legge sia dalla media nazionale.
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