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Cronaca

JESI “Value Farm”, la start up per ripartire in sicurezza

Con il “Protocollo Covid Free” riavvio delle attività nel rispetto delle norme per la tutela di chi lavora

JESI, 12 maggio 2020 – Far ripartire le attività commerciali tutelando i lavoratori nella Fase2.

Ecco una delle difficoltà maggiori per le aziende che riavviano le attività dopo l’emergenza sanitaria da Coronavirus tenute al distanziamento, all’utilizzo dei necessari dispositivi di protezione individuale e alle molte altre norme di sicurezza.

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Rossano Mazzieri

Value Farm, start-up di Jesi che si occupa di miglioramento dei protocolli aziendali e ottimizzazione dei processi, ha creato uno strumento apposito denominato “Protocollo Covid Free” che tutela dal contagio ma al contempo responsabilizza anche i dipendenti, ora soggetto attivo e non solo prevalentemente passivo dell’attività di prevenzione, consentendo alle aziende e agli imprenditori di azzerare il rischio di incorrere in azioni di responsabilità nel rispetto del Dpcm che riguarda la Fase2.

L’applicazione delle norme di legge oltre che difficoltoso perché prevede numerosi adempimenti è anche monodirezionale.

«All’azienda è richiesto il rispetto di molte norme, che riguardano la sanificazione degli ambienti, la fornitura dei giusti dispositivi, la vigilanza sull’attuazione delle prescrizioni, la creazione di un comitato tecnico di tutela, la misurazione della temperatura – spiega Rossano Mazzieri, ideatore di Value Farm – che significa costi fissi, perdite di tempo, diseconomie».

«Il “Protocollo Covid Free” ad esempio – aggiunge Mazzieri – consente di controllare gli accessi automaticamente e delegare ai dipendenti e collaboratori, tramite apposita app, a rilevare la propria temperatura e comunicarla prima di entrare in azienda evitando assembramenti all’ingresso e riducendo i tempi morti di attesa».

L’idea è di non proporre nulla di standardizzato adattando la tecnologia alle specifiche caratteristiche dell’azienda.

«Viviamo una situazione inedita che mette in crisi le nostre abitudini di vita e lavorative. Dobbiamo essere veloci nella reazione o molte aziende già in difficoltà dalla crisi economica, rischiano davvero di non farcela».

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