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JESI VIGILI DEL FUOCO “AL SERVIZIO DELLA GENTE” CELEBRANO SANTA BARBARA

La messa per la patrona officiata in caserma dal vescovo Gerardo e da don Paolo Ravasi, Angelo Molinari: «In un anno oltre 1.500 interventi dei 28 “ragazzi” di Jesi, una media di quattro al giorno»

JESI, 4 dicembre 2019 –  Nel ricordo di Matteo, Marco, Antonio, i colleghi caduti a inizio novembre nell’adempimento del loro dovere in provincia di Alessandria, i Vigili del Fuoco del distaccamento cittadino hanno celebrato la patrona Santa Barbara con una messa officiata dal vescovo, Gerardo Rocconi, e dal parroco del Divino Amore, don Paolo Ravasi.

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Nel vasto locale che ospita i mezzi che facevano da sfondo, è stato allestito l’altare per la funzione religiosa, alla quale hanno preso parte gli uomini in servizio nella caserma di viale Gallodoro, ex appartenenti al Corpo, rappresentanze di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale.

«I ragazzi, sì perché ci sentiamo tutti ragazzi, anche quelli di una certa età  – ha ricordato Angelo Molinari, funzionario responsabile del distaccamento jesino – ogni volta che escono sono consapevoli dei rischi che potrebbero correre, i quali debbono essere compensati con preparazione, formazione, addestramento costanti. I cittadini ci ringraziano e per noi è una grande soddisfazione ogni volta che riusciamo a portare soccorso, risolvere un problema, limitare danni, alleviare le sofferenze. Siamo al servizio della gente e sempre lo saremo».

Quindi ha sottolineato come in un anno i 28 Vigili del Fuoco di Jesi «hanno effettuato oltre 1.500 interventi, una media di quasi quattro partenze al giorno».

Il vescovo Gerardo, nella sua omelia, ha evidenziato come «chi concentra la propria vita solo su se stesso la sta buttando via e solo chi sa viverla nell’amore, nella vicinanza al prossimo, costruisce».

Alla fine la preghiera del Vigile del Fuoco, recitata davanti alla statuina della protettrice.

«Iddio, che illumini i cieli e colmi gli abissi,

arda nei nostri petti, perpetua,

la fiamma del sacrificio.

Fa più ardente della fiamma

il sangue che scorre nelle vene,

vermiglio come un canto di vittoria.

Quando la sirena urla per le vie della città,

ascolta il palpito dei nostri cuori

votati alla rinuncia.

Quando a gara con le aquile,

verso Te saliamo,

ci sorregga la Tua mano piagata.

Quando l’incendio, irresistibile avvampa,

bruci il male che si annida nelle case egli uomini,

non il bene che accresce l’amore per la Patria.

Signore, siamo i portatori della Tua croce,

e il rischio è il nostro pane quotidiano.

Un giorno senza rischio non è vissuto,

poiché per noi credenti la morte è vita,

è luce: nel terrore dei crolli,

nel furore delle acque,

nell’inferno dei roghi.

La nostra vita è il fuoco, 

la nostra fede è Dio.

Per Santa Barbara Martire».

Pino Nardella

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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