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Cronaca

JESI WORKING IN PROGRESS, VIA GARIBALDI: LE VOCI DEL COMMERCIO IN CRISI

Giuseppe Rango, dell’omonimo e conosciutissimo emporio, portavoce del malcontento ingenerato dai tempi lunghi delle opere

Giuseppe Rango, dell’omonimo e conosciutissimo emporio, portavoce del malcontento ingenerato dai tempi lunghi delle opere

Settimio Gianangeli, da dietro il banco della sua macelleria, i conti li fa presto: «Rispetto allo scorso anno, nello stesso periodo, abbiamo ridotto gli incassi ad un terzo. Non ci sono più parole

Settimio Gianangeli: «Rispetto allo scorso anno, nello stesso periodo, abbiamo ridotto gli incassi ad un terzo. Non ci sono più parole

Vito Olivieri: "Nessuno ci sta tutelando, se chiudo perché qui, ormai, non entra più nessuno, chi vuoi che se ne accorga? Ho investito un po’ di soldi in questa attività, ho due bambini a casa e da giugno, inizio dei lavori, sino ad ora ho incassato appena 200 euro"

Vito Olivieri: “Nessuno ci sta tutelando, se chiudo perché qui, ormai, non entra più nessuno, chi vuoi che se ne accorga?”

JESI, 24 ottobre 2015 –  Che fine ha fatto via Garibaldi? È sempre là, non ci piove, ma l’illustre personaggio al quale è intitolata farebbe fatica a raccapezzarcisi. Lui, l’eroe dei due mondi, che di strade certo ne ha percorse, nella sua vita.

Tra cantiere del working in progress stradale (molto in progress…), soste di auto in direzione di marcia destra e ponteggi di ristrutturazione edilizia, quella è una via ormai sull’orlo di una crisi di nervi.

Ne sanno qualcosa  i residenti, ne sanno qualcosa pure i titolari degli esercizi commerciali che lì spendono i loro giorni di lavoro.

Giuseppe Rango, dell’omonimo e conosciutissimo emporio, portavoce del malcontento ingenerato da questi mesi di assedio, tra un resto e l’altro, dietro la cassa, non ha dubbi: «Le cose da dire – sbotta mentre saluta una cliente – sono tante, ma sarò breve perché ormai…».

Perché ormai la storia è arcinota, la conoscono pure le tubature interrate, a loro volta al centro di tanti problemi causati al prosieguo dei lavori.

«Siamo arrivati a fine ottobre, ultima scadenza per la consegna e, invece, ci vorrà ancora del tempo. E voglio ricordare che l’assessore ai lavori pubblici, Mario Bucci, ci aveva assicurato che il 28 sarebbero finiti gli interventi, tassativamente. Ma come si può giustificare tutto questo ritardo, visto che a suo tempo ci dissero che si cominciava l’8 giugno per terminare il 26 dello stesso mese, con uno slittamento temporale minimo? Non c’è rispetto per chi lavora. Di questo passo non so se basterà un anno… considerato che poi si dovrà passare da questa parte per il rifacimento del marciapiede».

E tralasciamo il fatto che proprio in occasione dell’ultimo Consiglio comunale il su menzionato assessore ebbe a dire, rispondendo ad una interrogazione del pentastellato consigliere Massimo Gianangeli, che «quando si iniziano certi lavori si sa quando si comincia ma non quando si finisce…». Andiamo avanti.

Altra voce, ennesimo disappunto, diciamo così, di Vito Olivieri, che gestisce il “Mercatino dell’usato di tutto e di più”, proprio dove in questo momento insiste il cantiere.

«Nessuno ci sta tutelando, se chiudo perché qui, ormai, non entra più nessuno, chi vuoi che se ne accorga? Ho investito un po’ di soldi in questa attività, ho due bambini a casa e da giugno, inizio dei lavori, sino ad ora ho incassato appena 200 euro. Chi si prende la responsabilità di quello che è successo e sta accadendo?».

i lavori sono iniziati l'8 giugno e dovevano terminare il 26 dello stesso mese...

i lavori sono iniziati l’8 giugno e dovevano terminare il 26 dello stesso mese…

Anche Settimio Gianangeli, da dietro il banco della sua macelleria, i conti li fa presto: «Rispetto allo scorso anno, nello stesso periodo, abbiamo ridotto gli incassi ad un terzo. Non ci sono più parole… Certo, non posso fare a meno di sottolineare che questa Amministrazione ha messo mano ad un problema che da anni andava affrontato, però scommetto che se ad operare fosse stato un privato in una ventina di giorni sarebbe finito tutto. Non c’è stato coordinamento tra i vari soggetti che sono intervenuti e questi che vediamo sono i risultati».

Intanto, in due stanno lavorando alla pavimentazione, sul lato sinistro del senso di marcia, agli spazi per le aiuole e ai muretti di delimitazione che permetteranno anche di sedersi. E’ il secondo giorno, per loro, e «per fare un lavoro fatto bene ci vorrà  meno di un mese…».

Una sola considerazione, alla fine. Come diceva uno dei commercianti da noi sentiti: «Chi si prende la responsabilità di quello che è successo e sta accadendo?»

La parola tecnica deriva dal greco téchne che significa “saper fare, saper operare”, “perizia”. Volendo approfondire, «la tecnica implica l’adozione di un metodo e di una strategia nell’identificazione precisa degli obiettivi e dei mezzi più opportuni per raggiungerli».

E, per estensione, i nostri tecnici hanno operato così?

(Pino Nardella)

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