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Jesi

LETTERE&OPINIONI “OSPEDALE CARLO URBANI: NESSUNA SICUREZZA PER UTENTI, DIPENDENTI ED AMBIENTI”

JESI, 22 aprile 2017 – C’era già stato un precedente, molto grave, che doveva bastare affinché l’Azienda facesse il proprio dovere.
Nel 2012, infatti, a seguito di un episodio di aggressione fisica avvenuto presso l’atrio dell’ingresso principale dell’Ospedale Carlo Urbani di Jesi, avevano subito dei gravi danni fisici un infermiere che si apprestava a prendere servizio e la guardia giurata che presidiava la postazione della Portineria.
Adesso l’episodio serio ed allarmante accaduto alle ore 22 della sera di Pasqua, come riportato da un quotidiano, che racconta di un uomo, il quale, entrando nel medesimo atrio dell’Ospedale Carlo Urbani di Jesi, avrebbe spaventato per diversi minuti i presenti – in quel momento c’erano i dipendenti intenti a timbrare il cartellino presso il marcatempo collocato in corrispondenza della Portineria, oltre all’operatore della Portineria – ovviamente impietriti dallo spavento, che sicuramente si saranno sentiti in trappola, forse impugnava un coltello, e urlando avrebbe minacciato “chi scappa lo sgozzo !”.
Per poi dileguarsi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Quindi un problema, quello della sicurezza delle persone – utenti e dipendenti – che torna prepotentemente alla ribalta.
Inevitabile, considerato che le cose che andrebbero fatte per tutelare a dovere la sicurezza delle persone e delle strutture non vengono fatte.
E’ lo specchio della realtà di come risulta attualmente conciata la Sanità pubblica.
Lo avevamo detto, come F.P. C.G.I.L. dell’Area Vasta 2, solo pochi giorni fa sulla stampa, una Sanità che, tolti i nauseabondi slogan e passerelle autoreferenziali del “va tutto bene, è tutto bello”, mostra evidentemente il suo vero volto, questo appunto.
Nel 2014 l’ASUR Marche emettendo il Programma Aziendale “per la sicurezza dei pazienti, degli ambienti e dei dipendenti e relative azioni per la prevenzione, e per la gestione del rischio clinico”, aveva comandato ai Direttori delle Aree Vaste di formalizzare i “referenti per la sicurezza” per ogni Stabilimento Ospedaliero e per ogni Distretto afferenti l’Area Vasta.
Niente è stato fatto per quanto concerne l’Area Vasta 2!
Un’autentica sciatteria, inaccettabile trattandosi del superiore e prioritario tema della sicurezza pubblica!
E pensare che la “prevenzione con messa in atto di ogni opportuna iniziativa di protezione contro gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari” era, e rimane, espressa raccomandazione ministeriale dal 2007!
Con relativo obbligo per gli Enti ed Aziende del Servizio Sanitario Nazionale di mettersi a norma!
E invece…
Come F.P. C.G.I.L. dell’Area Vasta 2 poi, riguardo l’attuale Direzione dell’Area Vasta 2, ben 2 denunce abbiamo presentato al Prefetto della Provincia di Ancona, con richiesta di intervento, entrambe datate 2016.
Precisamente una segnalazione a proposito del “problema sicurezza dei pazienti e degli operatori presso la Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.) di Cupramontana”, ed un esposto riguardo il “rischio e pericolo per le persone, operatori ed utenti, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Carlo Urbani di Jesi, a causa dell’utilizzo di mezzi di soccorso non a norma (automedica ed ambulanza life-car)”.
In quest’ultimo caso, all’indomani dell’esposto, l’automedica è risultata addirittura incidentata, e se è stata fermata è solo perché è avvenuto l’incidente!
Perché, come sempre, se prima non accade qualcosa, non si muove una foglia…

F.P. C.G.I.L. dell’Area Vasta 2

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