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MONTECAROTTO Il turismo parte dal piatto con Marche Experience

Dalla vigna alla tavola un programma ideato per unire le forze dei produttori della regione partendo dalle degustazioni dei vini e dei prodotti d’eccellenza

MONTECAROTTO, 17 dicembre 2021 – Degustare il vino di qualità dei produttori marchigiani abbinandolo alle tipicità e alle eccellenze agroalimentari valorizzate dagli chef della regione: il vino come denominatore per promuovere l’intera filiera agroalimentare. È la formula che ha attratto centinaia di turisti enogastronomici nella regione con il progetto Marche Experience, uno dei 21 finanziati dalla Regione Marche sotto l’ombrello di “Marche: dalla vigna alla tavola”, illustrato ieri al ristorante Erard di Montecarotto.

Ben 341 eventi in tutta la regione, più di 300 cantine coinvolte, 21 progettualità, sono i numeri di “Marche: dalla vigna alla tavolache l’assessore regionale all’agricoltura Mirco Carloni riporta.

«Numeri che raccontano un successo oltre le migliori aspettative – rileva – e per la prima volta sono state utilizzate risorse della promozione agricola per un progetto legato all’enoturismo con iniziative di marketing territoriale per supportare le nostre cantine all’interno dei ristoranti, grazie al coinvolgimento di tour operator, agenzie di comunicazione e organizzazione eventi».

 

L’occasione, ieri, all’incontro con la stampa ed operatori del settore della filiera engastronamica, per tracciare un primo bilancio del progetto “Marche Experience – Dalla Vigna alla Tavola” curata dalla società capogruppo Presscom:

Aderenti al progetto 30 cantine, decine di produttori agroalimentari di qualità e 15 tra ristoranti ed enoteche, che hanno avuto modo di raggiungere un vasto pubblico anche attraverso il lavoro degli chef che hanno partecipato all’iniziativa di promozione turistico-gastronomica”, spiega Gianni Moreschi, amministratore di Presscom: «In 14 eventi enogastronomici nelle città marchigiane sono stati coinvolti finora 500 partecipanti, di cui il 20% provenienti da fuori regione e che quindi, in parte, hanno soggiornato nelle strutture ricettive del territorio. Sono stati 42 giornalisti coinvolti nell’iniziativa, in rappresentanza di testate di livello regionale e nazionale. Attraverso le pagine social si sono registrate oltre 360 mila interazioni, a netto vantaggio della riconoscibilità del tessuto produttivo marchigiano».

La formula di promozione territoriale  – primo caso nelle Marche che punta al territorio regionale, non diviso per campanili – unisce i produttori di qualità e i ristoranti aderenti all’iniziativa, passando anche per il coinvolgimento dei sommelier professionisti che hanno guidato le degustazioni: un programma ideato per unire le forze dei produttori della regione partendo dalle degustazioni dei vini e dei prodotti d’eccellenza.

«Le aziende vinicole svolgono un ruolo prezioso nella promozione di un territorio – ha commentato Doriano Marchetti, presidente di Moncaro, e vice presidente dell’Istituto marchigiano di tutela – le cantine custodiscono il paesaggio, sono sempre più spesso un vero e proprio approdo turistico e creano economia. Moncaro dispone di una fitta rete di ospitalità rurale grazie ai suoi 800 soci e negli anni ha sempre investito per creare un polo d’attrazione per il circuito dell’enoturismo. Abbiamo puntato da sempre sulle visite guidate in cantina, abbiamo creato un centro di degustazione e avviato negli anni un’attività di ristorazione di qualità. Elementi che consentono al visitatore di apprezzare appieno prodotti ed eccellenze del territorio»

«Per la prima volta la Regione Marche valorizza tutta la filieracoinvolgendo molte risorse professionali del territorio – ha concluso Moreschi -. La formula utilizzata, che prevede 21 gruppi formati da produttori, imprese dell’Ho.Re.Ca., agenzie del turismo, sommelier e società di comunicazione, ha creato un’onda positiva, che si è trasformata in un’opportunità di lavorare alla promozione per centinaia di professionisti. L’operazione è un catalizzatore che ha fatto conoscere vino e cibo eccellenti ben oltre i confini regionali. La partecipazione di un flusso di turisti extra regionali non ci deve sorprendere: è solo la conseguenza di un’operazione impostata bene che vede il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera».

(m.g.)

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