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Morte Berlusconi Quando il Cavaliere si complimentò con Luciana Sbarbati e Luigi Paoloni

Due episodi distinti ma emblematici, con la senatrice che pure lo aveva attaccato in Aula e con l’attore jesino dopo uno spettacolo serale al Salone Margherita di Roma al quale il Cavaliere aveva assistito in incognito

Con questa foto (in primo piano), che lo ritrae mentre viene a congratularsi e a stringermi la mano, nell’aula del Senato, dopo l’intervento in dichiarazione di voto contro il suo governo, che feci per conto del gruppo Pd, voglio ricordare Silvio Berlusconi.

«E’ la prima volta che un esponente del centrosinistra mi fa un attacco politico e non personale, mi complimento con lei e con lei vorrei parlare», disse ad alta voce, poi si rivolse ai parlamentari del Pd con rimproveri severi, ma non astiosi dicendo loro che non sapevano valorizzare le intelligenze come lui sapeva fare.

Un avversario, sì, ma comunque un grande protagonista della storia politica ed economica degli ultimi 40 anni, sempre mosso da un grande amore per l’ltalia e per l’Europa, sicuramente abile in politica estera ed economica, ma fragile nella politica nazionale, condizionato dai suoi alleati che comunque aveva portato ad essere partiti di governo, ma anche dal suo modo di interpretare la politica del Paese come fosse la sua azienda. Pur da avversari, poiché era più quello che ci divideva di quello in cui c’era condivisione, gli ho sempre riconosciuto intelligenza e generosità, come non gli ho mai risparmiato la critiche ai suoi errori.

La sua vicenda politica possa servire ad una riflessione sulla degenerazione della politica italiana, alla quale per motivi diversi, e non certo nobili o disinteressati, hanno contribuito tutte le forze politiche e chi ha fatto da grancassa ai loro gravi errori. Riposi in pace.

Luciana Sbarbati segretaria nazionale del Movimento repubblicani europei


Facevo parte del gruppo del Bagaglino. Quell’anno, i primi del 1997, oltre che allo show televisivo avevo anche un contratto per lo spettacolo serale al Salone Margherita di Roma. Il titolo dello spettacolo era Bertoldo Bertoldino e Bertinotti, dove il regista, il buon Pingitore, mi assegnò il ruolo del politico Bertinotti.

Una sera, finito lo spettacolo, noi attori fummo informati che Silvio Berlusconi era stato in incognito su un palco del teatro ad assistere proprio al nostro spettacolo. Venne nel retro palco per complimentarsi con noi stringendoci la mano ad uno ad uno.

Luigi Paoloni nei panni di Fausto Bertinotti

Quando toccò a me mi disse: «Paoloni, le faccio le mie congratulazioni come attore e le do anche un consiglio. Potrebbe entrare in politica. Lei ci sa fare perché nel ruolo di Fausto Bertinotti è riuscito a rendermi simpatico anche un mio avversario».

E mente mi parlava non mi lasciava la mano e il suo sguardo era fisso nei miei occhi. Dietro un grande comunicatore c’era una dote che in molti gli riconoscono: una grande umanità.

Luigi Paoloni

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