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Nuova riforma fiscale – cosa potrebbe cambiare per le partite IVA in regime forfettario?

Nuova riforma fiscale - cosa potrebbe cambiare per le partite IVA in regime forfettario?

Il Governo Draghi da tempo è al lavoro per la nuova riforma fiscale in vista del 2023, che dovrebbe interessare principalmente le partite IVA.

La partita si gioca su diversi piani. Da una parte c’è la necessità di garantire maggiore trasparenza, legalità ed emersione di denaro.

In sostanza è necessario rafforzare le misure contro l’evasione fiscale, che ogni anno determina danni incalcolabili per le finanze dello Stato.

D’altra parte bisogna trovare più sostegni alle imprese ed alle famiglie che, dopo i durissimi anni del Covid-19, stanno facendo i conti con i rincari causati dalla guerra in Ucraina.

Cosa cambia per le Partite IVA

Come specificato le partite IVA sono particolarmente interessate dalle misure previste, cosa potrebbe cambiare per loro?

Secondo voci di corridoio, le nuove misure relative alla riforma fiscale prevista per il 2023 dal Governo Draghi dovrebbero riguardare le partite IVA che rientrano nel regime forfettario.

Proprio perché è quello passibile delle principali novità e cambiamenti, vale la pena leggere un articolo di approfondimento ben strutturato sul regime forfettario, una guida completa per avere una panoramica più ampia.

Le soglie del regime forfettario

Le novità potrebbero riguardare la soglia del regime forfettario, per la quale al momento è prevista una tassazione agevolata compresa tra il 5 ed il 15% per chi può vantare ricavi entro i 65.000 euro all’anno.

Stando alle regole attuali, i titolari di partita IVA che superano questa soglia passano automaticamente dal regime forfettario a quello ordinario.

Tuttavia, con la nuova misura di cui si discute ancora, chi supera i 65.000 euro non passerebbe in automatico al regime ordinario di partita IVA, ma potrebbe beneficiare per altri due anni dell’imposta agevolata al 15%.

Una misura che renderebbe il passaggio più morbido dal forfettario al regime ordinario per le partite IVA, che potrebbero quindi conseguire ulteriori ricavi ed utili.

Le aliquote Irpef

Tale misura potrebbe quindi affiancarsi alla revisione delle aliquote Irpef, già definite, che sono passate da 5 a 4.

Per la precisione sono:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro;
  • 25% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
  • 35% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% per i redditi oltre i 50.000 euro.
La nuova riforma fiscale - cosa potrebbe cambiare per le partite IVA in regime forfettario?

Non va dimenticato, infine, che dal primo luglio 2022 scatta l’obbligatorietà della fatturazione elettronica per le partite IVA in regime forfettario.

Tutte le partite IVA che applicano la flat tax al 15%, ed al 5% per i primi 5 anni, devono quindi emettere la fattura elettronica.

Restano però esclusi dalla misura, fino al 31 dicembre 2023 i soggetti che hanno una soglia di ricavi inferiore ai 25.000 euro annui.

Questa misura è finalizzata a ridurre l’evasione fiscale, ma anche ad ottimizzare la produttività aziendale e limitare gli sprechi, grazie ad uno snellimento dei processi relativi all’attività fiscale e contabile ed un utilizzo più intelligente di carta e di altre risorse.

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