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Rosora Allarme cinghiali, il grido degli agricoltori: «Distruggono ore di lavoro»

L’imprenditore Giancarlo Priori: «Danneggiano a maggio il grano, a luglio i girasoli e a settembre l’uva, danni per circa 8-10 mila euro all’anno»

Rosora – «Non si tratta solo di quello che il cinghiale ha fatto, ma soprattutto di quello che farà, dato che il recinto non ha costituito per lui un ostacolo».

È quanto dichiarato dall’imprenditore Giancarlo Priori, proprietario della tenuta “Priori e Galdelli”, in risposta al danneggiamento, l’ennesimo, che le sue colture di girasoli hanno subito a causa di un cinghiale.

L’animale, nonostante il terreno fosse per l’appunto recintato, si è introdotto al suo interno, non riuscendo peró a uscire per oltre tre giorni, causando danni molto importanti.

Questa, del numero dei cinghiali in costante aumento, i quali diventano perciò sempre più padroni del territorio, è una problematica nota agli agricoltori locali, che subiscono a causa di essa ingenti perdite ogni singolo anno. Solo poche settimane fa è girato un video in rete che mostrava un quindicina di cinghiali a spasso per le campagne di Mergo, non lontano delle case.

«I cinghiali annualmente danneggiano a maggio il grano, a luglio i girasoli e a settembre l’uva, e si stima che il danno economico ammonti a 8-10 mila euro l’anno», ha spiegato Giancarlo, osservando come la problematica non sia solo a livello di denaro, ma che si estenda anche alla vita privata dei lavoratori.

«Io ho recintato il mio campo, nonostante ciò il cinghiale è riuscito lo stesso a entrare. Perciò ho lavorato per niente, e come me faticano invano tutto gli altri contadini e operai che impiegano tempo e forze per proteggere le piantagioni dai cinghiali. Perdono ore che potrebbero dedicare alla loro vita privata o a dell’altro lavoro».

Chiaramente, anche per mezzo degli appositi sindacati, tutti gli imprenditori che si sono trovati in questa situazione hanno cercato di contattare le istituzioni, chiedendo che venissero presi provvedimenti per arginare il problema, ma sono ancora in attesa di una soluzione definitiva.

«Ogni 4-5 anni è possibile chiedere una caccia di selezione preventiva, la quale però o viene effettuata troppo tardi, o per nulla. Inoltre, questa pratica non sarebbe neanche risolutiva».

«C’e la possibilità di chiedere un risarcimento per i danni subiti, mettendosi in contatto con l’Atc (Ambito territoriale caccia), ma come spesso accade non corrisponde mai alla perdita effettiva. Inoltre, ci impiega molto tempo ad arrivare, anche 2-3 anni».

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