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Cronaca

SASSOFERRATO GRUPPO GHERGO, I SINDACATI: “INSUFFICIENTI LE RISPOSTE, AVANTI CON LO STATO DI AGITAZIONE”

SASSOFERRATO, 5 novembre 2016 – Risposte insufficienti e conferma dello stato di agitazione. Questo quanto hanno deciso lavoratori e sindacati a seguito dell’incontro svoltosi ieri, 4 novembre, nella sede della Regione Marche in merito alla situazione del Gruppo Ghergo. Erano presenti le organizzazioni sindacali, le rsu degli stabilimenti di Porto Recanati, Matelica e Sassoferrato, l’assessore al lavoro Loretta Bravi e il Capo di Gabinetto della Presidenza Fabrizio Costa.

Molte erano le preoccupazioni e le aspettative delle parti sociali e dei 350 lavoratori del gruppo, che hanno sostenuto l’incontro con iniziative di lotta. «Preoccupazioni e aspettative rimaste senza risposta al termine di un lungo incontro, a dir tanto interlocutorio, in quanto l’azienda ha ulteriormente chiesto tempo per la presentazione di un piano industriale che possa traghettare questa fase di grande incertezza per tutti e tre i siti produttivi: GI&E Porto Recanati, azienda completamente alla deriva, senza un governo credibile, con una gestione sconsiderata degli ammortizzatori sociali, vero sperpero di soldi pubblici, finalizzata esclusivamente ad escludere alcuni lavoratori dal ciclo produttivo; stipendi erogati sistematicamente con un mese di ritardo e quote di tfr non versate da oltre due anni; AMCGG Matelica: mancato rispetto degli accordi sottoscritti al Ministero e in Regione Marche riguardo gli investimenti programmati e gli assetti industriali, indispensabili per la sopravvivenza del sito, che hanno avuto un brusco arresto; il tutto aggravato dal crollo di una parte dello stabilimento dopo gli ultimi drammatici eventi sismici; AMCGG Sassoferrato: pur essendo l’unico stabilimento del gruppo non interessato dall’utilizzo di ammortizzatori sociali, rimane forte la preoccupazione dei lavoratori in quanto il suo futuro è legato a filo diretto alla Holding e con i giusti investimenti potrebbe essere ancora più competitivo», si legge nella nota diffusa dai rappresentanti sindacali.

I rappresentanti dei lavoratori ritengono le risposte odierne «totalmente insufficienti» e, confermano lo stato di agitazione valutando di volta in volta le iniziative di lotta da mettere in campo. Le richieste sono note. «La immediata messa in sicurezza delle strutture degli stabilimenti, compromesse dal sisma, con la ripresa dell’attività produttiva nel minor tempo possibile e un piano industriale credibile e che garantisca una reale prospettiva ai lavoratori e alle loro famiglie, che poggi su solide basi di investimenti e di giuste partnership commerciali, per il totale mantenimento dei livelli occupazionali dei tre siti produttivi». I sindacati ed i lavoratori, inoltre, «pretendono un utilizzo corretto e non discriminatorio degli ammortizzatori sociali, utili a gestire un periodo transitorio legato al tanto atteso piano industriale».

(cla. cur.)

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