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JESI TOUR AL BIODIGESTORE TRENTINO, PARTE LA DELEGAZIONE

Polemico Massimo Gianangeli (5 Stelle): «Invece di viaggi bisognerebbe esigere progetti, dati e analisi visto che il nostro territorio è già oppresso da impianti inquinanti»

JESI, 18 ottobre 2018 – Organizzato dall’Ata – Assemblea territoriale d’ambito dei rifiuti – , parte domattina il mini pullman con direzione Trentino, per la visita conoscitiva al biodigestore, vale a dire l’impianto di trattamento dei rifiuti organici, operante a Cadino, frazione di Faedo (Tn).

Praticamente lo stesso che si vorrebbe realizzare in zona Coppetella, vicino all’Interporto, territorio individuato dai tecnici dell’Ata come migliore localizzazione in provincia di Ancona. L’impianto è chiuso, opera in assenza di ossigeno, e attraverso un processo di digestione anaerobica trasforma l’organico in biometano.

Inutile aggiungere che questa ipotesi ha già provocato polemiche e prese di posizione contrarie, in primis da parte degli stessi residenti, presenti domani con una piccola delegazione capitanata dal consigliere comunale Sandro Angeletti, anche lui in qualità di residente.

Della delegazione faranno parte il sindaco Massimo Bacci, il presidente del Consiglio comunale Daniele Massaccesi, l’assessore all’ambiente Cinzia Napolitano, rappresentanti dei comuni di Chiaravalle e Monsano, il  direttore generale dell’Ata Massimiliano Cenerini e l’ingegnere Massimo Stella, il presidente di JesiServizi Salvatore Pisconti, la responsabile dell’Ufficio ambiente Barbara Calcagni, il presidente della Commissione consiliare competente Nicola Filonzi, i consiglieri comunali Lindita Elezi (Patto x Jesi), Claudia Lancioni (5 Stelle), Osvaldo Pirani (Pd), Lorenza Fantini (Jesiamo), Tommaso Cioncolini (Jesinsieme).

«Non si può paragonare quel territorio – sostiene Massimo Gianangeli (5 Stelle), ex consigliere comunale – con il nostro, area a elevato rischio ambientale già oppressa da una forte concentrazione di impianti inquinanti e pressioni ambientali. E, poi, risulta che a Faedo non si produca biometano ma biogas che poi viene bruciato per produrre energia elettrica. Vogliono aggiungere un’ennesima centrale a biogas nel nostro territorio? Invece di viaggi bisognerebbe esigere progetti, dati e, soprattutto, analisi, delle reali alternative possibili per gestire in maniera economicamente e ambientalmente virtuosa i rifiuti del nostro territorio».

(p.n.)

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