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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

UNA SU MILLE…CE LA FA??

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Cara notte che porti consiglio, perché non ti fai i cazzi tuoi? Ma io ti vengo a dire come devi comportarti? Ecco, allora smettila di intrufolarti nel mio letto mentre dormo, soffiandomi in faccia le tue indicazioni fastidiose, puntute e saccenti. Lasciami vagare nell’indeterminazione delle mie puttanate…permettimi di sguazzare nel fango della mia deficienza…abbandonami esattamente qui: nello sfilacciato fazzoletto cosmico dove fluttuo beota assieme ai miei due neuroni spaiati. Dice: ma perché oggi ti pervade questo delirio babbeo? PERCHÉ?? Cioè: tu ti meravigli se me svalvola la cucuzza? Ma lo sai cosa mi sono dovuta sorbettare io nell’infanzia? No, dico, lo sai?? …ecco, allora se non lo sai, sallo.

Heidi: dunque, ‘sta nana dei monti sempre scalza anche d’inverno, è una pòra orfana spedita controvoglia tra le braccia dell’unico parente dell’albero genealogico: un nonno rustico (per non dire testa di cazzo) con la grazia del porco che si esprime a monosillabi e grugniti. Gli sporadici divertimenti di questa piccola sfigata consistono in: 1) salutare le caprette che fanno ciao 2) mescolare i grumi del latte nella formaggiera 3) dormire su un letto di fieno puzzolente 4) rompere i coglioni al cane Nebbia 5) spingere la carrozzina dell’amichetta paraplegica Clara 6) conversare col pastore Peter che in qualunque fotogramma della serie ha la stessa faccia da pirla. E per tutte le puntate del cartone lei zompa, gioca, corre, grida, balla e, soprattutto, RIDE. Ride sempre. No, dico, era normale ‘sta bambina??

cartone1Lady Oscar: una specie di Amanda Lear degli anni ’80 con una identità sessuale molto vaga e confusa (non s’è mai capito se sotto effettivamente c’avesse la patata), la quale per essere accettata e stimata alla Corte di Versailles si veste e si comporta come un uomo (capisci il messaggio subliminale??). Naturalmente Lady Oscar attraversa un destino infame fatto di pericoli, battaglie, guerra, truffe di corte…e alla fine, quando si scopre innamorata di un certo André (cecato da un occhio), secondo voi che succede? E “vissero finalmente felici e contenti”?? Nooo: lui muore stecchito da una pallottola vagante, lei di tisi nel bel mezzo della presa della Bastiglia. Il cartone finisce con la decapitazione sulla ghigliottina di Maria Antonietta. Allegria dilagante sparsa in tutti i pori…oh yeah…oh yeah.

cartoneRemi: il peggiore dei peggiori ovvero il più sfigato di tutti i personaggi dei cartoni animati della storia dell’umanità. Rapito quando ancora in fasce, viene ritrovato dal signor Gerolamo che, non appena Remì mette piede in casa, viene travolto da mille maledizioni: rotola da un’impalcatura, rimane invalido, perde il lavoro, finisce sul lastrico. Capìta l’antifona, Gerolamo smolla Remì al signor Vitali, padrone di una compagnia artistica ambulante (tristissima) formata da tre cani spelacchiati (Capi, Zerbino e Dolce) e una scimmietta con una faccia da cazzo che la metà basta. La tragedia, manco a dirlo, è dietro l’angolo: in una notte siberiana in cui Vitali finisce in carcere, in un colpo solo muoiono un par de cani e la scimmietta. Le lacrime, gente mia…le lacrime!…’sta scena straziante co’ sto monello sotto la neve e ‘ste bestie agonizzanti non se augura manco al peggior nemico! Finita qua?? Macché!! Remi, mezzo assiderato, viene accolto da un’altra famiglia (in cui fa amicizia con una dolce bambina….MUTA), la quale famiglia, guarda un po’, dopo poco cade in disgrazia vedendosi costretta a rinchiudere Remi in riformatorio. Io a questo punto della fiera, avrò avuto sì e no dieci anni, ho pensato seriamente di farmi un buco di eroina. Naturalmente non ho idea di come sia finito il cartone, perché mi sono rifiutata di continuare a seguirlo, ma mi immagino un cataclisma universale con occupazione aliena e invasione degli ultra-corpi, in cui Remi trasmette il colera a tutta la galassia e poi si suicida. Fine di questo mondo e quell’altro.

Morale: non c’è un personaggio, no, dico, UNO, della tv della mia infanzia che abbia conosciuto una botta di culo. I supereroi fighi e invincibili spettavano ai maschi, per noi bimbe solo gente alla canna del gas a cui la vita sembrava sorridere ma in realtà era una paresi. Le protagoniste delle storie erano TUTTE un branco di inette che brancolavano nel buio pesto della iattura interplanetaria. L’unica che è riuscita a darsi “allegramente” da fare è stata quella faina di GEORGIE…Ve la ricordate?? Versione zoccola di Candy Candy (di cui ho ampiamente trattato in puntate precedenti), questa qua nel lontano 1984 fatto di zucchero filato e fiocchi rosa, nel bel mezzo di una perversa liason con due fratelli, a un certo punto s’è rotta i coglioni, s’è spogliata tutta nuda e ha urlato: “Ammò se tromba!”. E poi j’ha dato dentro. Aho, dire che noi bambine siamo rimaste pietrificate è poco. Ma mica per il nudo esplicito, perché eravamo abituate che la più pulita c’aveva la rogna…‘sta porta spalancata sulla speranza proprio non ce la aspettavamo!

Perché se c’è una cosa, dopo tutto ‘sto popò de scalogna sul groppone, che noi donne abbiamo imparato molto presto è proprio questa: se tutto va secondo i piani, è l’ASCENSORE!

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