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Cronaca

SENIGALLIA Cade dalla navetta per il “Mamamia” e si ferisce, l’autista si difende

Alcuni ragazzi, “per scherzo”, avevano azionato l’uscita di emergenza provocando l’incidente

SENIGALLIA, 29 luglio 2021 -«È inconcepibile che accada quello che è successo. Non si può andare a ballare e rischiare la vita così stupidamente».

È così che Emanuele, autista della navetta (foto in primo piano) che conduce i giovani dalla stazione ferroviaria di Senigallia alla discoteca Mamamia, commenta quanto è accaduto sabato scorso, giorno di riapertura del locale, quando un ragazzo è caduto dal pullman e ha subìto un significativo trauma cranico e ferite varie.

La porta “incriminata”

«La porta non si doveva aprire e non sono stato certo io ad aprirla mentre percorrevo la rotatoria, né tantomeno il mio autobus viaggiava con la porta aperta, come sostiene erroneamente qualcuno».

Ma la porta si è aperta, e qualcuno deve averlo fatto. Perché la porta dell’autobus, regolarmente funzionante, aveva passato il controllo meticoloso della revisione annuale presso la motorizzazione di Ancona, e non è possibile che si sia aperta da sola in marcia. Nemmeno se per un’eventualità si fosse chiusa male.

Potrebbe invece accadere che qualcuno azioni, anche per scherzo, la maniglia di emergenza in modo da scaricare l’aria compressa che mantiene bloccata la porta, fatto che è realmente accaduto. Ovviamente nel trambusto dell’incidente, Emanuele, che dallo specchietto retrovisore ha visto in diretta la caduta subito prima di arrestare il veicolo, non è riuscito a capire chi avesse tirato l’emergenza.

La tesi è supportata dal fatto che la porta è rimasta aperta dopo l’arresto del veicolo.

La manopola d’emergenza

«Ricordo anche che durante il viaggio, come nelle automobili private – dice Emanuele – i passeggeri devono rimanere seduti e tenere le cinture allacciate per tutto il viaggio come indicato dagli appositi pittogrammi adesivi attaccati ai vetri. Ma allora, perché c’erano delle persone in piedi e senza cinture di sicurezza? Il pullman era strapieno? No! Il pullman era pieno al 50% della capienza massima come la normativa covid impone. Avevo contato precisamente i passeggeri al momento del carico alla stazione di Senigallia nonostante la calca di ragazzi che aveva letteralmente assaltato il pullman impedendomi di fermarlo da una parte bloccando l’accesso alla stazione agli autobus di linea e alle auto private».

«A un tratto però, uno dei primi ragazzi entrati aziona l’emergenza della porta posteriore dando modo di salire sulla navetta a tutti i propri amici e alle oltre cento persone che aspettavano alla stazione. In un minuto il pullman si riempie all’inverosimile di ragazzi ansiosi di andare in discoteca. A questo punto, aiutato dal buttafuori che fa sicurezza sul bus, non senza fatica cerco di far scendere tutte le persone entrate abusivamente dalla porta posteriore. Ma non vogliono scendere e comincia a volare qualche ceffone tra i ragazzi che si trasforma subito in rissa. Velocemente il focoso gruppo esce dalla navetta per continuare la rissa nel prato davanti alla stazione. Tutto questo succede senza che intervenga una qualunque forza di polizia».

Il bus navetta

Contate le persone rimaste e visto che erano entro i limiti del 50% imposti dalla normativa covid, l’autista decide di partire dopo aver ripristinato il corretto funzionamento della porta posteriore. Ma un piccolo gruppo di persone seduto nei posti dopo la porta impedisce, per scherno, a un altro gruppo di ragazzi di sedersi nei sedili posteriori rimasti liberi, gruppo che decide di rimanere sulle scalette posteriori vicino alla porta incriminata. L’azionamento successivo, probabilmente da parte di questi spiritosi individui, della leva di emergenza mentre il pullman percorre la rotatoria fa sì che un ragazzo cada dalle scale battendo violentemente la testa per terra. L’arrivo dei soccorsi scongiura per fortuna qualsiasi tipo di pericolo per il ferito.

Il pittogramma che ricorda l’uso delle cinture di sicurezza

«A ogni modo se i passeggeri avessero tenuto la cintura di sicurezza di cui la navetta è dotata e il cui utilizzo è imposto dal codice della strada, sicuramente non sarebbe successo nulla di così eclatante ma si sa, noi italiani siamo famosi per fare spesso come ci pare!».

Gianluca Fenucci

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