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Cronaca

VERTENZA ELICA «70.000 euro per lasciare l’azienda», la denuncia del coordinamento

Confermato lo stato di agitazione, il blocco delle prestazioni straordinarie e una nuova imminente “Forte iniziativa” nel percorso di mobilitazione

FABRIANO, 3 novembre 2021 – Una denuncia netta e decisa quella del Coordinamento Unitario del gruppo Elica: «In questi giorni abbiamo assistito a comportamenti insoliti nelle fabbriche del coking, con preposti che avvicinavano operai/e, dicendo loro che erano pronti 70.000 euro per fuoriuscire da Elica».

«Questo comportamento è assurdo – prosegue il Coordinamento – in quanto va anche contro a quanto dichiarato fin qui dalla stessa azienda, cioè prima definire il lavoro che si farà in Italia nei prossimi anni e poi individuare eventuali strumenti di gestione».

«Chiaro il tentativo di provare a creare confusione tra le persone, in un momento della trattativa incui invece servirebbe, al contrario, la massima lucidità e trasparenza, soprattutto nelle inevitabilidifferenze tra le parti che ancora permangono. La dignità del Lavoro – ribadisce il Coordinamento Unitario – non può in alcuna manieraessere monetizzata; ribadisce la necessità di utilizzare i fondi a disposizione per creare occupazione, soprattutto tramite investimenti, e non per licenziare o indurre a licenziarsi».

«In questa maniera Elica smentisce sé stessa e mette a rischio la tenuta del tavolo che invece deve essere riconvocato al più presto per definire il futuro della produzione di cappe in Italia.
Riteniamo inoltre assurdo che si vadano a chiedere straordinari – conclude il coordinamentoventilando anche in maniera falsa un accordo inesistente con le RSU, nei reparti che nel piano strategico aziendale saranno oggetto di chiusura, minacciando di portare stampi presso terzisti e di togliere il lavoro. Anche se ora si è in una fase diversa rispetto all’inizio, è bene ricordare che i pilastri del piano strategico aziendale non sono poi così profondamente cambiati: rimane di fatto oltre un milione di cappe che verranno delocalizzate, non ci sono ad oggi investimenti per l’Italia ed il lavoro oggetto di reshoring è ancora insufficiente a gettare le basi per un progetto industriale sostenibile in prospettiva».

Confermato lo stato di agitazione, il blocco degli straordinari e una nuova imminente “Forte iniziativa” nel percorso di mobilitazione.

(Redazione)

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