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Cronaca

CASTELPLANIO CASO ACCOGLIENZA RIFUGIATI, IL PARROCO DON MARIANO: “IL PREGIUDIZIO E’ DELETERIO MA C’E’ ANCHE TROPPA IMPROVVISAZIONE”

casa3CASTELPLANIO, 28 giugno 2016 – “Noi non siamo come è apparso in questi giorni nelle cronache. Castelplanio è la città della solidarietà e dell’accoglienza”.

Questo concetto il sindaco, Barbara Romualdi, è andata ripetendolo più volte, negli ultimi giorni, in ogni sede e in ogni circostanza.

La polemica ingenerata dalla petizione contro il paventato arrivo di 40 rifugiati extracomunitari e dalla successiva opera con scritte minatorie nelle casa che sarebbe chiamata a ospitarli, non si è del tutto sopita. Anzi. Quello che c’è di nuovo, comunque, è il confronto al quale saranno chiamati i cittadini di Castelplanio giovedì prossimo, 30 giugno, alla sala polivalente.

In quella circostanza la situazione sarà affrontata a viso aperto e vedremo cosa ne scaturirà.casa1

Intanto lo scorso fine settimana i proprietari dell’immobile di via Gioco del Formaggio hanno provveduto a rimuovere le scritte minatorie  “anche se – dice Mauro – non è stato facile. Ci sono volute diverse mani  per togliere la vernice nera spruzzata con lo spray. Al momento, comunque, tutto tranquillo anche se ogni tanto qualcuno si affaccia per sapere, ma noi non siamo in grado di dire nulla, perché ancora nulla di concreto è stato formalizzato”.

Il parroco di Castelplanio, don Mariano Piccotti, in merito a tutta questa situazione ha chiaramente espresso il suo pensiero nel giornale parrocchiale, nel quale rileva come “dopo la visita dei ladri – qualche settimana fa – nella casa parrocchiale e in chiesa, sento che prende anche me un senso di impotenza e di paura. Ma non voglio mettermi gli occhiali del pregiudizio“.

donmarianoE, ancora: “Apprendo con dispiacere che la mia parrocchia di Castelplanio si è messa sul piede di guerra, verso i rifugiati, proprio nelle giornate mondiali a loro dedicate, alle persone che scappano da guerre, e fame, e terrorismo. Nel volantino diffuso senza firma (e non è un buon segno!) e nelle scritte vandaliche  nella casa in restauro in via Gioco del Formaggio (è proprio un cattivo segno!) si dice “Castello non vi vuole“. Si parla di 40 persone che dovrebbero venire in questo paesello. Sicurezza o solidarietà? Tutto il mondo è diviso su questo: ci vogliono l’una e l’altra”.

Don Mariano, poi, va al cuore del problema che, dice “definisco in questo modo: la prefettura può mandare persone rifugiate in una struttura privata  o pubblica, che poi una cooperativa riconosciuta gestisce. Manca, però, un’opera per conoscere, integrare, non improvvisare, aiutare loro e la popolazione all’accoglienza. Conosco esperienze positive ma la tv non le racconta, allora prevale l’identificazione: rifugiato uguale delinquente. La sera prima della festa patronale ho promosso un incontro con il responsabile della Caritas di Jesi che ha spiegato l’iter e i termini di questo processo. Eravamo 4 gatti. Mi auguro che Castello, il paese di Carlo Urbani, possa fare bella figura!”.

(p.n.)

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