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Castelplanio Al Centro di spiritualità “Sul Monte” incontro su giovani e fragilità

Centro spiritualità sul monte

«Un buon educatore deve percepire i propri limiti, deve sentire il piacere di stare in contatto con le nuove generazioni, per insegnare e per imparare»

di Cristina Amici degli Elci

Castelplanio, 19 febbraio 2023 – Nuovo incontro oggi alle ore 15.30 presso il Centro di Spiritualità Sul Monte dal tema “Fragili sulla soglia della maturità” che si va ad aggiungere alle precedenti riflessioni sulla fragilità dell’uomo a immagine e somiglianza di Gesù.

Questa volta sguardo rivolto ai più giovani, come spiega Anna Maria Vissani, teologa, grafologa della personalità, guida e anima il Centro, che lavora anche come consulente umano-spirituale di giovani e adulti e soprattutto di coppie in difficoltà familiare.

«Un buon educatore deve essere fragile, avere la percezione dei propri limiti, deve sentire particolarmente il piacere di stare in contatto con le nuove generazioni, per insegnare e per imparare. La fragilità è la forza della relazione. La sfida nell’immediato futuro di cui saremo tutti responsabili come genitori, insegnanti, formatori, sarà orientata a sensibilizzare ed educare i giovani a sviluppare quelle competenze comportamentali e relazionali necessarie non solo per costruire una identità personale stabile ma anche relazioni più autentiche. Sentirsi in sintonia con se stessi non è sufficiente se non si costruiscono legami profondi. Allo stesso tempo, però, costruire legami implica un contatto con noi stessi, con la nostra interiorità».

Anna Maria Vissani

Di cosa hanno bisogno, secondo lei, i giovani?


«I giovani hanno bisogno di avvicinarsi alle passioni, di desiderare, di creare, sentendosi coinvolti in quello che fanno, per emanciparsi e sentirsi finalmente liberi di entrare in scena da protagonisti. Spesso la vita virtuale che vivono solo attraverso i social network li allontana dalle relazioni autentiche e dal manifestare desideri e passioni personali che reprimono a favore della forza del gruppo. Credo che nel mondo della scuola e delle università gli strumenti di teamworking, di inclusione, di competenze soft diverse, guardando la diversità di performance come un’opportunità e non una minaccia, sia un primo passo, poi certamente la metodologia di apprendimento a seguito del cambiamento strutturale della società è il secondo passo da fare».

«Un ulteriore strumento per aiutare i nostri ragazzi durante un’adolescenza ormai prolungata è quella di attivare più sportelli di ascolto nelle scuole e nelle università: non ha molto senso parlare di alternanza scuola-lavoro e di orientamento post laurea se non si lavora prima sulla consapevolezza del e del mondo relazionale. Aggiungo che gli sportelli di ascolto psicologico non devono essere intesi come sportelli per “coloro che hanno problemi” ma devono essere attivati “per tutti”. Conoscersi è il primo passo per diventare adulti. Nel nostro incontro faremo nostre alcune considerazioni di Vittorino Andreoli, medico e scrittore italiano: “Io mi occupo di giovani “rotti”, che erano fragili, e posso dirlo con certezza, perché sovente si sono spaccati…Credo che la generazione di giovani con cui ci troviamo a vivere sia tutta più o meno fragile».

Info e prenotazione 335 701 36 47

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