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CHIARAVALLE Clairvaux54 partecipa a Sconfini Fest con una serata speciale

Venerdì 16 luglio nel locale di via Leopardi 54 protagonisti il vino e l’arte, il cibo e i luoghi

CHIARAVALLE, 14 luglio 2021 – Clairvaux54, in collaborazione con Sconfini Fest, propone una serata dedicata al vino, al cibo, all’arte e alle tradizioni marchigiane.

Sconfini Fest nasce per creare legami e unioni, si presta a svolgere una funzione congiuntiva fra luoghi, protagonisti e pubblico. Il festival mira a favorire una partecipazione attiva del territorio in cui non esistono confini fra i ruoli: l’oste diventa narratore, l’artista incontra l’oste e lo spettatore diventa attore dialogante.

Il festival propone quattro “Sconfinamenti” nelle sedi territoriali delle altrettante aziende vinicole coinvolte. I partners sono invece chiamati alla partecipazione attiva al festival attraverso eventi dedicati e azioni di promozione. Ogni vino è accompagnato da un’etichetta dedicata al festival, il cui progetto grafico è stato curato da Agnese Piccoli di Grafene Studio.

Ad ogni etichetta sono stati associati versi tratti da poeti e cantautori marchigiani per sottolineare ulteriormente la connessione con il territorio.

Clairvaux54 ha raccolto l’iniziativa proposta dal festivalsconfinando” nell’universo artistico marchigiano.

«Partendo da un’analisi visiva – spiega Giovanni Fenucci, titolare del locale – ci siamo lasciati ispirare dagli stimoli percettivi ricevuti dalle etichette dei vini e dalle citazioni associatevi per creare proposte enogastronomiche che trasportino il fruitore in un viaggio attraverso il cibo, il vino e l’arte marchigiani. Ogni proposta è associata all’opera d’arte di un artista marchigiano di cui abbiamo ricreato degli aspetti significativi nel piatto».

Uno scorcio di Clairvaux54 in via Leopardi a Chiaravalle

«La nostra analisi inizia dalla citazione dell’etichetta del vino “Capovolto” della Marca di San Michele: “Lode d’un amico poeta” del poeta chiaravallese Massimo Ferretti, dedicata a Pier Paolo Pasolini.

“Il tropico del canto corrisposto dove il cuore è calore della terra e il popolo il palpito del mondo“. In seguito abbiamo analizzato l’etichetta proposta per il vino e ci siamo focalizzati su un elemento in particolare: la netta linea di confine fra cielo e terra. Per questo primo abbinamento abbiamo pensato all’opera Angelo Ribelle su fondo giallo” di Osvaldo Licini. Nell’opera l’angelo è capovolto, proprio come il nome del nostro vino. Inoltre, il calore della terra menzionato dal poeta richiama il colore caldo del giallo sullo sfondo dell’angelo. Il movimento del protagonista dell’opera sembra palpitante, inquieto. Gli angeli di Lucini sono creature misteriose, che non appartengono nè al cielo nè alla terra, e non conoscono i netti confini riservati alle creature terrene».

«Per evocare questi concetti abbiamo reso il fiore di zucca protagonista del piatto, esso nasce dalla terra e crescendo si rivolge verso il cielo, secondo un percorso “capovolto“. Il giallo dello sfondo è rievocato attraverso l’utilizzo dello zafferano. Per il Rosso Conero “Sconfinato” della cantina “La Calcinara“, ci siamo focalizzati sui colori dell’etichetta. Il giallo dei fiori, l’azzurro del cielo e il verde della vegetazione sono alcuni dei colori dominanti del nostro territorio. Per questa proposta abbiamo creato una connessione fra i colori ed i paesaggi rurali dipinti da Corrado Pellini nel “Trittico con Paesaggio marchigianoVeduta da Montelupone” del 1932. La vita di questo artista purtroppo fu molto breve, ma egli riuscì a restituirci un ritratto del nostro territorio rimasto immutato nel tempo, e simbolo di continuità fra passato e presente. Questo concetto è ben visibile nel luogo espositivo dell’opera, il Museo di Palazzo Buonaccorsi a Macerata, dove è stato esposto accanto ad una finestra da cui è possibile scorgere il medesimo paesaggio dipinto dall’artista novant’anni fa».

Trittico con paesaggio marchigiano di Corrado Pellini

«Nel piatto abbiamo riportato i sapori tipici del territorio agreste marchigiano e i suoi colori. Per il “Falerio dei Colli Ascolani” dell’azienda Agricola Aurora ci siamo ispirati ai versi della canzone dei Gang “Le radici e le ali” e al paesaggio costiero presente nell’etichetta del vino. Abbiamo legato questo vino a un grande protagonista del panorama artistico marchigiano, le cui sculture sono il simbolo di alcune delle nostre città: Valeriano Trubbiani. Lo scultore sceglie di rappresentare le pulsioni e i sentimenti dell’animo umano mascherandoli da animali. L’opera selezionata è “Volo frenato“, la scultura che si trova davanti al Castello di Falconara. L’opera presenta due uccelli che cercano di spiccare il volo, ma una pesante zavorra di pregiudizi e negatività li tiene ancorati al suolo. La loro impresa avrà però un lieto fine: il volo potrà essere intrapreso grazie all’uovo deposto, simbolo di rinascita e fiducia nelle nuove generazioni. Una scultura che presenta, appunto, radici e ali. Abbiamo mascherato l’uovo da trippa per rievocare l’operato artistico di Trubbiani, e abbiamo utilizzato l’uovo per il significato simbolico di rinascita. La falsa trippa è accostata al mosciolo di Portonovo: il protagonista del nostro mare. Il tralcio di legno presente nell’etichetta del vino “Olmo” dell’Azienda Agricola Valturio ci trasporta nelle sculture lignee di Umberto Peschi. Abbiamo selezionato l’opera “Aeroritratto di Aviatore“, conservata presso il Museo di Palazzo Bonaccorsi di Macerata. L’opera è inoltre un ulteriore collegamento alla poesia di Ferretti, poichè “L’amico poeta” a cui egli si riferisce è Pier Paolo Pasolini, e questa scultura apparve in uno dei suoi film “Salò“».

«Abbiamo realizzato un piatto con un’affumicatura della carne che richiama il legno di ciliegio, una superfice calda e levigata, privilegiata dall’artista. I piccoli fori presenti nella scultura sono frutto della “poetica del tarlo” di cui l’artista è interprete. L’operato del parassita, generalmente nocivo per il legno, viene sfruttato far penetrare la luce donando nuova vita e nuova forma all’opera. Questo ideale è rievocato attraverso il corallo di pane. Venerdì 16 luglio – conclude Giovanni Fenucci – ognuno sarà libero di scegliere uno o più piatti creati appositamente per la serata, per un viaggio che sperimenta la mescolanza di linguaggi e di spazi differenti attraverso la sollecitazione dei sensi. Il progetto si propone di sollecitare l’utente a una fruizione consapevole del territorio: il luogo in cui siamo nati o in cui abbiamo scelto di vivere».

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