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Chiaravalle

CHIARAVALLE È in ospedale l’uomo arrestato per rapina a una gioielleria

In tanti sapevano ma chi doveva aiutare realmente il trentatreenne affetto da turbe psichiche che poteva nuocere agli altri e a se stesso?

CHIARAVALLE, 4 settembre 2020Chi l’ha aiutato? Chi gli è stato vicino, oltre ai familiari che sono persone oneste, sensibili, disponibili e generose? Dov’è, dov’era lo Stato? Mario (il nome è di fantasia) è ricoverato all’ospedale di Torrette dopo 4 iniezioni di sedativo che avrebbero fiaccato e ridotto alla ragione anche un toro da combattimento.

Giovedì mattina alle 11 ne ha combinata un’altra delle sue, di certo la più grave. Si è presentato all’interno della gioielleria Arte & Oro e, facendo ben vedere che era armato di coltello, ha minacciato il titolare e la compagna, intimando loro di consegnargli prima i soldi e poi una dozzina di orologi che facevano bella mostra in vetrina.

L’interno di Arte & Oro

Alla vista dei Carabinieri  è fuggito ma ha fatto solo qualche decina di metri perché i militari gli sono piombati provvidenzialmente addosso, immobilizzandolo e trasportandolo all’ospedale.

Era agitato, come da tempo gli capita. Era ansioso e angosciato, come in tanti a Chiaravalle lo vedevano tutti i giorni. Come sapevano le forze dell’ordine e pure i servizi sanitari e sociali.

Del resto, era stato lui a mostrarsi completamente nudo lo scorso anno nei pressi della stazione ferroviaria, destando sconcerto. Era stato sempre lui, qualche mese fa, a voler farsi giustizia da solo, picchiando un tizio che sembrava volesse infastidire alcune ragazzine in pieno centro storico.

E non è lui che grida ai quattro venti, da tempo, di chiamarsi Lucifero o di essere il capo della mafia palermitana e altre amenità del genere? Un uomo di 33 anni che avrebbe bisogno di essere aiutato per via dei disturbi psichici evidenti e gravi che manifesta da anni. E dire che anche i familiari hanno più volte sollecitato interventi a chi di dovere, hanno lanciato l’allarme. Ma chi li ha ascoltati?

Chi si è preso davvero cura di questo giovane, perché a 33 anni si è ancora giovani e magari fragili, forse caratterialmente deboli, probabilmente fiaccati da un’esistenza dura e che ha incontrato mostri come droga e alcool?

Eppure Mario fin dal primo mattino di un caldo giovedì di inizio settembre aveva mostrato chiari segni di squilibrio: era entrato al bar Baraonda minacciando sfracelli, poi aveva insistentemente chiesto soldi a un noto avvocato chiaravallese vicino al Piccadilly e, prima di entrare nella gioielleria di Federico Raffaeli, aveva anche mostrato quel maledetto coltello a due anziane donne di Chiaravalle che, terrorizzate, gli avevano lasciato qualche decina di euro.

Viene spontaneo chiedersi perché Mario era ancora in uno stato in cui poteva nuocere agli altri e a se stesso. Perché a 33 anni non si ha diritto a un aiuto, a una mano che ti tira fuori dall’inferno?

Gianluca Fenucci

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