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CHIARAVALLE Polemica affissioni, va fatta chiarezza

Il gruppo consiliare “Per la città”: auspicabile che nella prossima seduta del Consiglio comunale si possa approvare un emendamento che fughi ogni dubbio sul fatto che i soggetti privati possono affiggere

CHIARAVALLE, 14 marzo 2021 – La vicenda esposta dai firmatari di una lettera aperta rivolta consiglieri comunali relativa al divieto di affissione di un manifesto chiama in causa l’Amministrazione pubblica sia dal punto di vista tecnico (gli uffici comunali), sia dal punto di vista politico (Consiglio e Giunta comunale).
Il regolamento comunale sulle affissioni recentemente approvato in Consiglio a nostro avviso non contiene nessuna restrizione riguardo alla possibilità per privati cittadini di richiedere affissioni di manifesti. Questo emerge già solo stando alla lettera del testo dell’art. 61 del Canone Patrimoniale Unico, nel quale non sono previsti esplicitamente apertis verbis divieti o proibizioni ad affiggere di nessun genere. La funzionaria ha tuttavia interpretato in un senso divergente da quello che a noi pare evidente: su questo non intendiamo commentare oltre, saranno eventualmente altri (pensiamo al Segretario comunale e al Prefetto) a stabilire la “verainterpretazione e la congruità rispetto ad essa in relazione a quanto sillogizzato dalla funzionaria.


Quello che ci sembra interessante notare è che né in sede di commissione consiliare competente – quando sono state presentate per la prima volta le (poche) modifiche al Canone Patrimoniale Unico -, né nel contesto della discussione d’aula in Consiglio che ha poi definitivamente approvato il testo, all’atto della presentazione del regolamento né il Sindaco né l’assessore competente hanno portato all’attenzione dei consiglieri questioni relative all’affissione da parte di privati cittadini.
Risulta infatti che solo con il nuovo regolamento, in base alle modifiche approvate, sarebbe stata vietata l’affissione da parte di soggetti privati, poiché nel passato sono state ripetutamente fatte affissioni da parte di semplici cittadini e la funzionaria in questione, che già da anni è in servizio presso il Comune di Chiaravalle, ha mai obbiettato nulla.


Inoltre, come ovvio, in tutti gli altri Comuni della provincia, della Regione, d’Italia, d’Europa e del mondo (fatta eccezione, forse, per alcune lontane dittature o regimi autoritari che potrebbero condividere l’impostazione che il Comune di Chiaravalle ha fatto propria) i soggetti privati in genere possono affiggere.
Ce lo testimonia, non da ultimo, il fatto che il manifesto che a Chiaravalle è stato vietato, nei giorni successivi è stato affisso senza problemi in tutti i Comuni limitrofi (Monte San Vito, Montemarciano, etc.)
Qualunque sia l’interpretazione di quell’articolo, già il solo fatto che si sia potuto creare un equivoco così abnorme segnala la necessità di modificare al più presto il testo e auspichiamo che già nella prossima seduta del Consiglio si possa approvare un emendamento che chiarisca definitivamente che i soggetti privati possono affiggere, fugando ogni dubbio.

Jacopo Francesco Falà
Alessandro Giovanni Bianchini

Gruppo consiliare “Per la città

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