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CINGOLI Fiaccolata in piazza per l’ospedale: «Non ci fermeremo»

OSPEDALE cingoli manifestazione

Il sindaco Vittori e il vice sindaco Saltamartini hanno annunciato la mobilitazione del 6 gennaio per chiederne il ripristino della funzionalità 

CINGOLI, 4 gennaio 2020L’Amministrazione comunale di Cingoli promette battaglia alla Regione per il funzionamento dell’ospedale e organizza una fiaccolata di protesta per il 6 gennaio. Oggi, intanto, si è tenuta al Palazzo Comunale una conferenza stampa aperta ai soli giornalisti, alla presenza del sindaco Michele Vittori e del suo vice Filippo Saltamartini.

Vittori ha ripercorso gli atti amministrativi che avevano riconosciuto a Cingoli lo status di ospedale di comunità in continuità con il plesso principale di Jesi.

«Il Decreto Ministeriale 70 del 2015 – ha spiegato il primo cittadino – riformava il servizio ospedaliero. È stato recepito dalla Regione Marche nella delibera 139 del 2016. In quell’atto, venivano previsti per Cingoli 40 posti letto in continuità con lo stabilimento di Jesi del Presidio Unico di Area Vasta 2, secondo il modello “Spoke And Hub”: Jesi costituisce il corpo principale e Cingoli uno dei suoi raggi, con la specializzazione nella riabilitazione post-acuzie. Nella delibera regionale 1554 del 2018, infatti, si legge che “la struttura di Cingoli, pur se riconvertita in ospedale di comunità, afferisce al Presidio Unico di riferimento per la parte ospedaliera di ricovero in regime di lungodegenza”. Il DM 70, inoltre, definisce un ospedale di comunità come “una struttura con un numero limitato di posti letto (15-20)”. Sino al piano ferie, il plesso di Cingoli era un Semi-Hub e non un ospedale di comunità, per via dei 40 posti letto. Siamo preoccupati perché abbiamo subito un taglio di 20 unità che ancora non è stato ripristinato».

Vittori - Saltamartini

Il sindaco Michele Vittori e il suo vice Filippo Saltamartini

La fiaccolata nel giorno della Befana

L’Amministrazione, dunque, non resta con le mani in mano. Lunedì prossimo, giorno della Befana, è stata organizzata una fiaccolata in Piazza Vittorio Emanuele II alle 18.30 per protestare contro le ultime decisioni in materia di sanità.

«Il 6 gennaio – ha continuato Vittori – manifesteremo a Cingoli per chiedere immediatamente il ripristino dei posti letto alla Regione Marche. Finché sarò sindaco l’Amministrazione comunale non mollerà mai su questa battaglia. Il sindaco di Fabriano (leggi qui) definisce il passaggio di Area Vasta di Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino come incomprensibile e poco consono, perché è stato fatto senza ascoltare il territorio. La scelta dei tagli è stata fatta, inoltre, su territori del cratere sismico. Invitiamo la cittadinanza a partecipare alla manifestazione in un giorno particolare di festa, per chiedere con forza il ripristino immediato dei posti letto, della funzionalità degli ambulatori e del Punto di Primo Intervento. Percorreremo le vie del centro per arrivare all’ospedale, dove faremo un sit-in davanti all’ingresso della struttura. Ci fermeremo solo quando avremo ottenuto i risultati».

In seguito è intervenuto anche Filippo Saltamartini, vice-sindaco e primo cittadino dal 2009 al 2019.

«Il quadro è chiarissimo – ha detto – ed è delineato dai provvedimenti. Il nostro è un ospedale di comunità che ha una funzione Para-Hub ed è unico nelle Marche. Il Comune di Chiaravalle ci aveva portato davanti al TAR, perché il nostro plesso aveva questi riconoscimenti edil loro è stato declassato. Quando verremo trasferirti nell’AV3, quale sarà l’identità del Comune di Cingoli? Non possiamo cambiare senza sapere cosa ci accadrà. Sotto Jesi avevamo una funzione particolare. Il taglio di 20 posti letto ci fa avere il sospetto che ci vogliano abbassare di rango. A Macerata assumiamo la veste di un ospedale di comunità che ha una capacità di assistenza territoriale inferiore, in quanto lo stesso DM70 prescrive che sia gestito dagli infermieri e “da medici di medicina generale o dai pediatri di libera scelta o da altri medici dipendenti o convenzionati con il SSN”. A Cingoli attualmente i 10 posti di cure intermedie sono ospedalieri e sono retti da medici ospedalieri».

Un “passaggio” fatto contro Cingoli e Poggio San Vicino

Saltamartini punta l’attenzione anche sull’emendamento del piano socio-sanitario che riconosce l’ospedale cingolano come plesso in area disagiata.

«Con questa norma – spiega il vice-sindaco – verremo considerati sede disagiata per quello che riguarda il pronto soccorso, diverso da quello attuale. Noi abbiamo bisogno anche dei posti letto di post-acuzie. Abbiamo sollevato questi temi alla Conferenza di Area Vasta, con Ceriscioli che ci ha detto che non esistono problemi di fondi, dato che l’Azienda Sanitaria è unica. Il passaggio da Jesi a Macerata è stato fatto contro i Comuni di Cingoli e di Poggio San Vicino».

La battaglia è solo all’inizio. «Noi – ha continuato Saltamartini – non ci fermeremo, deve essere chiaro, indipendentemente da chi governerà la Regione. Siamo l’unico Comune della zona del cratere a cui sono stati tolti i servizi sanitari. Il Punto di primo intervento è stato ripristinato perché lo Stato ha imposto il ripristino dei PPI, ma è solo sulla carta, praticamente è un Punto di Assistenza Territoriale (PAT). Mi risulta che nessun dipendente dell’ospedale voglia andar via dall’Area Vasta 2, gli diremo di andare in mobilità a Jesi. Invito i cittadini a partecipare alla manifestazione di lunedì 6 gennaio. Sono stati loro per primi a credere in questa battaglia e a strappare quello che ci è stato riconosciuto in questi anni. Il merito non è della politica».

I retroscena

Nel suo intervento, Saltamartini ha svelato alcuni retroscena. «Consalvi – ha detto – dice che i problemi sono risolti passando a Macerata. Non è vero, ci sono due criticità: conservare i posti letto e la loro funzione specifica, il riconoscimento del pronto soccorso in area disagiata. Il Decreto Balduzzi prevede un rapporto tra posti letto e abitanti. Le 500.000 persone dell’Area Vasta anconetana sono proporzionate, mentre Macerata ha posti letto superiori alla popolazione. Pensiamo che con l’annessione dell’ex Comunità Montana del San Vicino, a Macerata ci vogliano tagliare i posti letto. Andreotti diceva “a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca”. Quando siamo stati in Commissione Sanità, inoltre, la direttrice regionale dell’ASUR, Nadia Storti, aveva detto che, nel caso in cui Cingoli venisse trasferito sotto Macerata, il suo ospedale deve veder riconosciuta comunque la sua funzionalità dotandolo di più risorse. I proponenti del passaggio, tra cui il consigliere Volpini, hanno ritirato la richiesta perché hanno capito l’errore di fondo. È inquietante, però, che nonostante il parere della Commissione, la giunta decide e fa passare l’emendamento in sede di bilancio, che non c’entra niente con la sanità, questo probabilmente per via dell’asse Consalvi-Micucci-Sciapichetti. Lo stesso direttore di AV3 Maccioni in audizione non aveva parlato, ma in conferenza stampa dice che è tutto a posto».

La situazione è comunque in continuo cambiamento. «Ci sono atti – ha concluso Saltamartini – che devono essere rispettati, e c’è una legge regionale che può essere abrogata dalla Corte Costituzionale o modificata dalla maggioranza. Occorre verificare se è costituzionalmente compatibile. La Giunta Regionale fa comunque un atto che va contro i Comuni interessati. La legge di bilancio viene fatta ogni anno, non c’è un punto finale. È una situazione in evoluzione. I cittadini stiano tranquilli: non cambia nulla, chi si rivolgeva a Jesi o a Macerata per le cure sanitarie può continuare a farlo».

Giacomo Grasselli

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