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JESI Pronto soccorso: file di barelle ma troppi gli accessi impropri

Pasquale Liguori del Tdm: «Carenza di personale, spazi ristretti, promesse mai mantenute» e ancora: «Passaggio di Cingoli all’Area Vasta 3 decisione sciagurata»

JESI, 4 gennaio 2020 – Continuano i problemi al pronto soccorso dell’ospedaleCarlo Urbani” invaso da file di barelle in attesa, situazione difficile che, in questo periodo festivo è andata accentuandosi.

«La situazione stamattina era leggermente migliorata (erano però appena le 9 del mattino, chissà il prosieguo) – sottolinea, infatti, il coordinatore del Tribunale del Malato, Pasquale Liguori – ma di barelle nei corridoi ve ne erano sempre in doppia fila, a ridosso delle quali vi era la fila di sedie sulle quali i parenti dei ricoverati attendono risposte».

Carenza di medici al pronto soccorso denunciata già da alcuni mesi, meno tre, ma anche di operatori socio sanitari (oss) e di infermieri e «nulla è cambiato da allora. Abbiamo anche cercato di capire per quale tipo di patologia i pazienti hanno preso d’assalto il pronto soccorso e le risposte sono state sempre le stesse: non abbiamo trovato il medico di famiglia».

A determinare la situazione, sottolinea Liguori, il fatto, come ribadito dal responsabile dello stesso pronto soccorso, che «circa il 70% di accessi sono impropri (e si va dai casi di unghie incarnite, mal di schiena, dolori cervicali). E ciò ripropone l’annoso problema degli accessi che non dovrebbero passare di lì».

«Si tratta di patologie minori per le quali non ci sono alternative sul territorio, in particolare durante le festività o semi festività quando i pazienti non trovano la disponibilità del medico di famiglia o della guardia medica. Ma le nostre ripetute denunce riguardano anche l’ampliamento degli spazi, promesse fatte dai vari direttori generali e mai attuate, una necessità imprescindibile sia per la vergognosa situazione delle barelle nei corridoi che per assicurare riservatezza a chi si trova su un lettino in attesa di una diagnosi».

Pasquale Liguori allarga anche il raggio delle preoccupazioni chiamando in causa «il passaggio di Cingoli all’Area Vasta 3, (Leggi qui)una decisione sciagurata diciamo noi, la struttura ha una dotazione complessiva di 40 posti (30 lungodegenza riabilitativa e 10 di cure intermedie); ci chiediamo dove troveranno posto i pazienti che sino ad oggi afferivano a Cingoli?. Per affrontare le problematiche evidenziate preannunciamo una prossima conferenza stampa con Sindacati, Rsu e Comitato difesa ospedale di Jesi, per intraprendere nuove iniziative, visto che la nostra richiesta di audizione alla IV Commissione regionale non ha avuto nemmeno un riscontro: ma la vergogna non è nel dna dei nostri politici regionali».

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