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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

DOTTOR MARIO E MISS HIDE

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“Otto marzo: la festa della donna!” “Ah, è la festa della donna?” “Auguri!” “A me?” “Eh, beh, sì, a te”. “Ah, già…scusa…”. Beh, sì, in effetti sono una donna. Dovrei essere una donna. Sono una donna?? Boh. Mi pare di sì. Da qualche parte, in fondo, lo sono. “In fondo dove?”. Eh, in fondo. Parecchio in fondo. Tanto in fondo che neanche me ne accorgo. Sì, dai, da qualche parte ‘sta donna c’è. “Donna”…che parolone poi… ma che vuol dire “donna”? Dice “sensibilità, delicatezza, profondità”. Mah. Io conosco certe stronze, che non sanno neanche dove sta di casa la sensibilità… Comunque, se dite che, in quanto donna, sono intelligente e profonda, a me va bene. Sì, insomma, lo accetto volentieri il complimento. Certo forse dovrei mostrare un “pelino” più di delicatezza e sensibilità, perché mi sa che le ho nascoste un po’ troppo bene. C’è questa corazza da camionista ucraino che indosso da decenni e oramai, ve lo dico, mi ci sono abituata, l’ho modellata su di me, è una specie di seconda pelle ed è praticamente un’impresa toglierla. Quindi dovete essere indulgenti se mi scappano le parolacce oppure ho dei modi inurbani. Non lo faccio con cattiveria. È il camionista che è in me che parla. marioVogliamo chiamarlo Mario? Ecco, è Mario che parla. O meglio, sbraita. Weh, provateci voi a zittire Mario quando si incazza. Quello parte in quarta e ciao. Acchiappalo. Non sente ragioni. Lui va, ingrana la prima e parte. Chi c’è, c’è. Tira dritto col suo camion e amen. Mario, canotta bianca a coste, pelo ispido, stuzzicadenti in bocca e catena d’oro al collo, se qualcuno gli taglia la strada, non è che garbatamente gli dice “Mi scusi, così però non va bene eeh…sa’, la devo redarguire, le regole della circolazione vanno rispettate, cerchi di porre maggiore attenzione quando è alla guida, su, mi raccomando!”. Eh no. Lui infila la testa nel finestrino e grida semplicemente “Ah stronzooo!”, poi col gesto della mano indica in modo inequivocabile dove, chi gli ha fatto lo sgarro, se ne deve andare. Mario è così. Vi chiedo scusa per lui. Io mi ci sono affezionata, oramai gli voglio bene, gli perdono un po’ tutto, anche i suoi modi truci…che poi, sì, gli scappa un “cazzo” e un “vaffanculo” di troppo…ma in realtà non vuole offendere nessuno, è uno sfogo istintivo il suo, perché le cattiverie, le ingiustizie, la mancanza di riguardo non le sopporta proprio. Lui è un autentico paladino, insomma. Praticamente è la mia parte maschile che entra in campo per proteggere quella femminile. Pensate con che razza di disturbo della personalità convivo: fuori Mario, il camionista ucraino, dentro Gioia, la pulzella ottocentesca dall’anima fragile. Non ci credete che dentro di me c’è una donzella fragile? Eh, ma se ve lo dico, credeteci, cazzo! Non me fate arrabbia’, no…e dai, che poi esce Mario e trabalta la pagina de parolacce. Fidatevi. Se vi dico che la donna delicata ed eterea c’è, c’è. E non è escluso che col tempo ve la mostri…aho, un po’ mi ci vuole… e “mica so’ fiaschi che s’abboffano”, come diceva Totò. Quando ci conosceremo meglio, FORSE, vi lascerò scorgere un centimetro di gamba…un fiocco…un merletto. Con calma. Molta calma. Sì, con me ci vuole pazienza. E che ce devo fa’?? Comunque intanto ‘ste cosette ve le ho dette. Perché poi altrimenti leggete e fraintendete. Pensate che tutto quello che scrivo è vero, che ogni singola virgola equivalga a dire che io sono esattamente così e quindi vi sentite autorizzati a pensare di tutto…e, per carità, pensate quello che vi pare…però, ecco, ricordatevi giusto ogni tanto che, parafrasando una nota canzonetta di Sabrina Salerno (quanta cultura sprizza dalla mia rubrica!), “Sono una donna, oltre Marione c’è di più”. C’È DI PIÙ, CAPITO? Quindi, se presa dalla vena goliardica, mi esce una scemenza, ricordatevi, appunto, che è una scemenza. Magari è vera, magari è inventata, magari è una provocazione, magari è una battuta ad effetto, perché io lo so che quella parola detta lì, proprio così, in quel punto e in quel modo, vi farà ridere. No, mica per altro, ma veramente c’è gente che m’ha chiesto spiegazioni su una riga scritta in queste pagine credendo che fosse perfettamente allineata con la mia vita. Cioè, famo a capisse: se domani scrivo il sequel di “Io uccido”, non significa che sono una serial killer, ok? Che poi, alla fine de tutto ‘sto popò de discorso, io ve la devo fa’ ‘sta domanda…ce l’ho proprio “qua” (mi sto indicando il gozzo con l’indice): ma ‘sto Mario… me lo sdoganate sì o no? Cioè: posso salire sul camion e spingere col piede sul pedale del gas o volete da’ una sbirciatina alla coscia della damigella?? Oppure, per tagliare la testa al toro, infilo giacca e cravatta a ‘sto sessantenne col pelo e portiamo a casa capra e cavoli? Basta dirlo, eh! (Pausa di sospensione in cui c’è qualcosa che non mi squadra. Silenzio. Sopracciglio inarcato. Improvvisa intuizione da cui scaturisce la domanda che segue). E se invece me ne infischiassi di tutto? Se fossi semplicemente io, personalità multiple incluse, e la smettessi una volta tanto di farmi tutte ‘ste pippe mentali?? “Ma quando? Presto? E se capita un giorno che piove? Ma se poi non è vero? Se non ci riesco??” “E BASTA UN PO’, INSOMMA!!” “Mamma mia…stiamo calmini eeh…e che avrò detto mai??…” “Ma tu non stai bene, cocca mia, tu sei repressa!” “Io??” “Sì, tu-tu. Ti sfoghi in qualche modo?” “In che senso?” “La fai palestra?” “Il sesso conta come palestra?” “Sì” “Allora no”.

Il mondo è crudele, gente mia. Ogni donna indifesa ha bisogno di un camionista ucraino che la protegga.mario1

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