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COVID Lockdown light in Germania, a rischio 42 milioni di export agroalimentare

I Länder sono tra i primi consumatori dei prodotti italiani, e ora che le strade tedesche sono deserte anche l’economia marchigiana e il Made in Italy sono a rischio

ANCONA, 9 novembre 2020 – Tutta Europa freme sotto la morsa delle misure restrittive anti-Covid. Dopo il confinement francese illustrato qualche giorno fa da Emmanuel Macron e il lockdown light annunciato dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel, anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato un nuovo Dpcm che impone anche un coprifuoco dalle 22 alle 5.

 

A pesare sull’economia italiana, non solo le restrizioni sulle attività commerciali, ma anche i lockdown degli altri Paesi.

La stretta su bar e ristoranti in Germania, in particolare, mette a rischio 42.6 milioni per le aziende dell’agroalimentare marchigiano. Tanto valeva l’export 2019 dalla nostra regione verso i Länder tedeschi, tra i primi consumatori dei prodotti italiani. Proprio la Germania, durante la prima fase dell’emergenza sanitaria, era riuscita a tenere a galla la bilancia degli scambi commerciali internazionali continuando ad acquistare prodotti italiani.

 

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Le strade più frequentate di Stoccarda sono ormai da giorni deserte

È quanto comunica Coldiretti basandosi su dati Istat. A preoccupare sono, in generale, tutte le misure restrittive annunciate per la ristorazione del Vecchio Continente, primo mercato dell’agroalimentare regionale: verso gli Stati membri dell’Unione Europea va il 54% delle nostre produzioni.

«La situazione di difficoltà sul fronte estero si aggiunge a una contrazione dei consumi interni con le vendite di cibi e bevande pressoché dimezzati a causa delle chiusure del settore horeca(acronimo di Hotellerie-Restaurant-Café/Catering) anche in Italia con un impatto drammatico sull’intera filiera – ha commentato Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche -. Le aziende agricole vanno aiutate a superare questo difficile momento con interventi mirati e preparando fin da subito un piano straordinario di internazionalizzazione con la creazione di nuovi canali e una massiccia campagna di comunicazione per le produzioni 100% Made in Italy».

Tutta Europa è scossa dalle necessarie misure di contenimento della pandemia e dagli enormi sacrifici richiesti.

La “Markthalle”, un mercato fisso chiuso in un edificio Jugendstil in centro a Stoccarda. Già da prima della chiusura c’erano pochissime persone

«Le strade che normalmente brulicano di persone sono deserte ora» (foto in primo piano), racconta Michaela Mersetzky, giornalista originaria di Stoccarda che vive da anni nelle Marche.

Dal 2 novembre per almeno un mese, la Germania ha chiuso la saracinesca di ristoranti, birrerie e bar, alberghi, discoteche e locali notturni, ma anche teatri, cinema e sale concerti, piscine e palestre. Aperti negozi, scuole e luoghi di culto, ma limitati i contatti personali.

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(e.o.)

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