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Cronaca

CUPRA MONTANA AFFASCINANO LE “CAPPANNE” DELLA SAGRA DELL’UVA

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CUPRA MONTANA, 4 ottobre 2015
– In questi giorni abbiamo scritto molto della 78a Sagra dell’Uva, diciamo un po’ come tutti gli anni a far tempo dalla 49a edizione, prima ancora che arrivasse il Trans Doc Express in via Marianna Ferranti, e senza capanne8risparmio di inchiostro, perché la manifestazione è nella testa dei cuprensi come un’ idea fissa e amorevole, capace di coinvolgere, di accomunare, di far scontrare: una bella donna non otterrebbe maggiore attenzione.

Qualche volta abbiamo tralasciato alcuni settori importanti della Sagra o gli abbiamo dato meno spazio; da questa edizione abbiamo deciso di trattarli nell’insieme della manifestazione e separatamente per riconoscere meglio la dedizione di tanti volontari che operano a sostegno delle numerose Associazioni operanti nel nostro comune. In questa occasione vogliamo trattare la costruzione delle “Cappanne”, oggi moderne strutture in pali innocenti, quelli usati in edilizia, con dentro efficienti blocchi cucina ospitati da container di misure diverse, quando cucina e laboratorio di preparazione non trova alloggio in una struttura muraria, in qualche garage, in negozi dismessi, ecc. Prima della Sagra, quando erano ancora in corso i lavori di finitura di questi stand, come sono chiamati oggi, abbiamo visto centinaia di giovani e meno giovani impegnarsi nei più svariati lavori di falegnameria e carpenteria, di pazienti ragazze e signore costruire gli addobbi di cannuccia, di edera o ricamare con acini d’uva di Verdicchio o Rosso Piceno le figure da realizzare (un torchio, un fiasco, una botte, una ragazza vestita di sgargianti colori tradizionali, una scritta, una bottiglia, un bicchiere, ecc).

Pensate per un attimo quanta pazienza può richiedere un lavoro fi ricamo con gli acini d’uva su di una grande superficie e quanta soddisfazione si può trarre da un lavoro bel ultimato. Ecco! Questa è una breve panoramica del lavoro silenzioso che facciamo per ringraziate tanti volontari: tra i quali abbiamo notato pure un campionissimo del ciclismo, Giancarlo Polidori, volontario della locale Banda Musicale “Don Niccolò Bonanni”, alla quale si è accostato perché amante della musica bandistica e dove suona uno strumento a fiato.

La Civica Amministrazione ogni anno premia lo stand migliore, quello che si cala maggiormente nella nostra Sagra dell’Uva. Una lamentela però crediamo di doverla fare e non sulla costruzione delle “cappanne” e neppure sui carri allegorici, bensì sulla scarsissima presenza di volontarie/i vestiti in costume tradizionale, almeno dentro gli stand. Il costume tradizionale è una carta di identità, un passaggio della nostra cultura contadina, che ad ogni Sagra si dovrebbe rispolverare come il profondo legame che ogni cuprense nutre per la manifestazione, per il suono degli organetti, per i balli frenetici come il “Saltarello”, che i contadini ballavano sulle aie a fine vendemmia o in altre occasioni importanti…

(Oddino Giampaoletti)

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