Attualità
Cupramontana Antonia Stolfi ha soffiato su 100 candeline
Circondata dall’affetto dei parenti è stata festeggiata anche dal sindaco Enrico Giampieri, una famiglia molto longeva
17 Gennaio 2024
Cupramontana – Da qualche tempo sembra confermarsi in paese la tendenza alla longevità dei suoi abitanti.
Stavolta si tratta della cuprense Antonia Stolfi, nata il 16 gennaio 1924 che proprio ieri ha festeggiato il suo compleanno.
Nel pomeriggio, a suggellare l’importanza che riveste anche per la comunità cuprense tale avvenimento, il sindaco Enrico Giampieri si è recato nella casa di Antonia in Contrada Valle, a farle omaggio di un attestato che le riconosce ufficialmente lo straordinario traguardo.
Dopo aver ricevuto la comunione dal parroco, don Giovanni Rossi, per Antonia è iniziata una gioiosa festa in famiglia, circondata dall’affetto di sua figlia Mariola con il marito Adelmo, dai nipoti Michele e Milena, con i rispettivi consorti, dal nipote Enrico Stolfi, e dagli altri congiunti ma soprattutto da ben nove pronipoti che le vogliono un mondo di bene.
La storia
Come per tanti suoi coetanei e coetanee non è stata facile la vita da giovane per Antonia. Nata e cresciuta tra le due guerre, con un toro come unico patrimonio da poter sfruttare, a soli 19 anni perse suo padre Enrico durante la seconda guerra mondiale, richiamato come postale, una sorta di corriere, dopo aver già combattuto come mitragliere nel primo conflitto mondiale.
Una broncopolmonite nel 1943 gli fu fatale dopo aver corso per tanti chilometri sotto una pioggia battente per consegnare al fronte un dispaccio urgente.
Se non fosse stato per la sua tigna e cioè per la sua grande tenacia e la solidarietà contadina dei suoi vicini sarebbe stata per lei ancora più dura.
Ma le sofferenze l’hanno temprata e lei con grande coraggio e generosità ha affrontato la maternità, le difficoltà della vita familiare e le ristrettezze economiche, non isolandosi mai dalla comunità cuprense.
«Quando 35 anni fa lavoravo provvisoriamente all’ufficio Anagrafe avevamo fatto una ricerca sui centenari del Comune – racconta il nipote Enrico Stolfi – e risultò una forte presenza di cuprensi che avevano raggiunto il secolo di vita senza contare gli altrettanto numerosi 95enni».
«Che sia l’aria fresca e pulita o l’altitudine o il buon verdicchio o ancora un’alimentazione con forte presenza di legumi, sta di fatto che ancora oggi ci troviamo a dover festeggiare felicemente un’altra cuprense che ha raggiunto il raro traguardo dei cento anni».
«Si potrebbe perfino parlare di un generoso patrimonio genetico se è vero, come è vero, che solo qualche anno fa una sua zia di Poggio Cupro, Filomena Zampetti, è arrivata addirittura ai 105 anni. E se è vero, come è vero, che sua cugina Ines, sempre di Cupramontana ma ora abitante a Jesi ha appena superato i 99 anni e un’altra mia zia di origini cuprensi, Elide Stolfi, ma abitante ad Ancona ha superato i 92 e si accinge a raggiungere la singolare età delle sue cugine Antonia e Ines».
«A conferma di questa curiosa longevità cuprense aggiungo che Attilio Dottori il marito di zia Antonia è deceduto da poco tempo all’ età di 98 anni. E, infine, come se non bastasse, un altro mio zio, da parte di nonna, e cioè Nazzareno Mancini è deceduto poco tempo fa a 99 anni inoltrati».
«Non posso che essere orgoglioso di tanto prezioso Dna sparso attorno a me e anche per questo abbiamo voluto festeggiare degnamente e gioiosamente il raro genetliaco di Antonia Stolfi».
«Credo che Antonia abbia meritato questo riconoscimento collettivo familiare e istituzionale, se non altro per l’altruismo e la generosità. Voglio ricordare in particolare la sua disinteressata attività come volontaria Avulls sia a domicilio che nell’ospedale cuprense. E forse i parroci succedutisi nella parrocchia di San Leonardo avranno apprezzato anche le sue buone competenze nell’addobbare degnamente la chiesa, dato il suo incontestabile pollice verde».
«Buon compleanno zia! Ma come rispondeva scherzosamente Papa Leone XIII a chi gli augurava di poter arrivare fino a cento anni, tu potresti rispondere con lui: «Ma perché dopo non ce ne sono più?»
Ciao Zia ! Ti vogliamo bene!
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