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Elezioni Sabrina Sartini (Pd): «Sanità, infrastrutture, lavoro, le nostre priorità»

La segretaria provinciale dem rilancia l’alleanza con il M5S e apre alla possibilità per Jesi e Fabriano di esprimere ancora un proprio candidato

JESI, 7 luglio 2020 – Terminate le consultazioni all’interno dei circoli, la lista provinciale del Partito Democratico con i nove aspiranti consiglieri è pronta a scendere in campo a sostegno del candidato presidente Maurizio Mangialardi.

L’ok definitivo che arriverà dall’assemblea regionale del partito sarà l’ultimo passaggio prima dell’apertura della campagna elettorale. Sono 4 uomini: Emanuele Lodolini, Andrea Mastrovincenzo, Mauro Pellegrini, Fabio Sturani. E 5 donne: Michela Bellomaria, Manuela Bora, Manuela Carloni, Mirella Giangiacomi, Francesca Gregorini. Parità di genere dunque, non rispettata ma addirittura ribaltata rispetto ai canoni tradizionali. Un aspetto questo, sul quale la segretaria provinciale dem, Sabrina Sartini ha insistito molto.

Sabrina Sartini, sindaco di Monte San Vito

Sabrina Sartini

Soddisfatta del lavoro svolto per la composizione della lista?

Molto soddisfatta. Una lista a trazione femminile, e posso dire che viste le proposte che ci sono pervenute, potevamo fare anche di più, ma la legge ce lo ha impedito. Per una volta abbiamo garantito la “quota azzurra”. Una squadra capace e competente. Un bel mix tra gli uscenti, che conoscono al meglio la macchina regionale, e i nuovi in grado di portare il giusto slancio.

Cosa significa politicamente la non ricandidatura dell’oramai ex governatore Ceriscioli?

La Giunta regionale ha lavorato bene. Ci sono però dei temi su cui è opportuno dare una svolta decisa. Serve un’accelerazione rispetto a questioni come la sanità, le infrastrutture, il post sisma, l’impresa. Abbiamo ritenuto che il cambio di passo necessario possa avvenire in modo più efficace con un candidato diverso. Dobbiamo cambiare marcia, ma questo non significa esprimere un giudizio negativo sull’operato di Ceriscioli.

Si parla di una possibile alleanza tra il centrosinistra e il M5S. Uno scenario ancora possibile?

Con il M5S abbiamo cercato di costruire un tavolo di lavoro già da molti mesi, riscontrando convergenze su alcune tematiche importanti. Questi tentavi sono però stati bloccati dai dirigenti nazionali del Movimento. Ora stanno arrivando inviti molto forti all’unità, a partire dal premier Giuseppe Conte. I numeri dicono che le nostre forze sommate superano il 50% dei consensi. Sarebbe illogico non creare un’alleanza, e i loro elettori sarebbero i primi a non capire.

Cinque anni fa, nella provincia di Ancona il Pd era riuscito ad eleggere ben 5 consiglieri. Un dato ripetibile?

La prima cosa che ci interessa è confermare il centrosinistra alla guida della regione Marche, naturalmente eleggendo il maggior numero possibile dei nostri candidati. Abbiamo svolto assemblee nei circoli molto partecipate, con una grande spinta dalla nostra base. C’è voglia di affrontare e risolvere i problemi che sono in campo, non lasciando la regione al centrodestra.

Scorrendo la lista, si nota che due città importanti come Jesi e Fabriano non hanno espresso una candidatura del proprio territorio. Come leggere questa situazione?

La nostra lista garantisce rappresentanza a tutte le aree, compresa quella interna. Se questa rappresentanza si può arricchire ancora con candidati di queste due città, ben venga. L’ultimo “timbro” dovrà metterlo la nostra assemblea regionale, quindi c’è ancora tempo e spazio per lavorare.

Voci di corridoio raccontano di un rapporto non idilliaco tra lei e l’assessore uscente Manuela Bora, figlio delle vicende amministrative di Monte San Vito. Conferma?

Non ho nessun problema con Manuela Bora. In politica non si può lavorare con visioni di tipo riduttivo. L’entourage della Bora alle elezioni comunali di Monte San Vito ha sostenuto la lista avversaria del Pd, e come da regolamento è stata rifiutata la loro richiesta di iscrizione. In generale dico che le divisioni portano a perdere le elezioni, come successo proprio a Monte San Vito. Non penso alle elezioni come momenti di successo personale, ma lavoro per l’affermazione di un progetto politico, quindi credo non si debbano replicare gli errori. Per il regolamento di conti in questa fase non c’è spazio.

Marco Pigliapoco

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