FABRIANO 1.000 Firme e fondi per la cassa di resistenza dei lavoratori Elica

Raccolti 800 euro per la cassa di resistenza pensata per sostenere i lavoratori Elica

FABRIANO, 5 luglio 2021 – L’associazione Fabriano Progressista, ha accolto con soddisfazione la decisione della dirigenza Elica di rivedere il piano della delocalizzazione delle produzioni in Polonia, che avrebbe previsto il licenziamento di 409 operai.

«Le lotte intense dei lavoratori, a cui va tutto il merito per essere riusciti a non farsi dividere e malgrado i tentativi e i comportamenti antisindacali messi in atto dall’azienda – scrive il consigliere Vinicio Arteconi –  hanno scongiurato il licenziamento di massa della quasi totalità delle maestranze degli stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo. Ora si apre una nuova fase, non meno impegnativa, dove Fiom-Fim-Uilm non possono che vigilare sull’andamento dell’azienda e, come sbandierato dalla dirigenza Elica, verificare se il rientro di parte della produzione dalla Polonia, sia reale».

«Questa vertenza che è ben lungi dalla sua conclusione – scrive ancora Arteconi –  continuerà a essere seguita con il medesimo impegno sin qui profuso dalla nostra Associazione, che l’ha portata all’attenzione della cittadinanza con la sottoscrizione della Lettera-Appello rivolta a Francesco Casoli. Sino a oggi ha registrato  l’adesione di oltre 1000 concittadini che hanno firmato nel punto raccolta in p.zza del Comune nelle 4 uscite effettuate dai nostri militanti e raccolto 800 euro da destinare alla cassa di resistenza della RSU».

«Un appello lo vogliamo rivolgere alle forze politiche regionali per l’avvio dell’iter da parte del Consiglio Regionale per il riconoscimento “dell’Area di Crisi Complessa” per il territorio dell’entroterra fabrianese, che registra qualcosa come 6 mila disoccupati. Se non vogliamo condannare Fabriano al continuo depauperamento dei servizi e posizionarla ai margini della produzione industriale – conclude Arteconi –  è necessario procedere nella direzione sopra indicata, così come già avvenuto per i territori del sud delle Marche».

(Redazione)

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