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FABRIANO A PRECICCHIE GLI ATTORI DE “LA COMPAGNIA DEL CIGNO”

FABRIANO, 7 luglio 2019 – Il XXIII premio cinematografico e televisivo di Precicchie entra nei giorni finali e celebra i suoi ospiti. Venerdì riflettori su i ragazzi de “La compagnia del cigno” la fortunata fiction di RaiUno, premiati insieme  ad Ivan Cotroneo (che durante l’incontro ha confermato che la seconda stagione è in fase di scrittura), autore e regista della serie.

Veri studenti di conservatorio prima che attori, per una scelta di “realtà” apprezzata dal pubblico e anche da chi ha costruito giorno dopo giorno la solidità di personaggi profondamente simili a tanti giovani musicisti a caccia di sogni, tra i mile problemi della vita.

Il pubblico  ha celebrato Leonardo Mazzarotto (Matteo), Pia Chiara Aurora (Sofia), Ario Nikolaus Sgroi (Robbo) e Francesco Tozzi (Rosario). E proprio i ragazzi hanno svelato parte dei loro segreti che li hanno condotti da studi musicali al piccolo schermo.

 

Come siete entrati in contatto con la produzione ed avete mosso i primi passi verso “La Compagnia del Cigno”?

Francesco Tozzi – Molti di noi anno ricevuto una comunicazione dai nostri conservatori che ci avvertivano che cercavano dei musicisti per una fiction Rai. Abbiamo fatto selezioni e provini e poi siamo entrati a far parte del cast della serie tv.

Leonardo Mazzarotto – Abbiamo cantato, suonato e recitato, ma ricordiamo che non essendo attori professionisti abbiamo passato del tempo con dei maestri che ci hanno insegnato a recitare al meglio delle nostre possibilità.

Primi giorni sul set: realtà molto diversa da quella a cui eravate abituati, come avete reagito?

Ario Nikolaus Sgroi – Abbiamo avuto di fare prove con la coach Leonarda Imbornone, ci ha molto aiutato e poi tanti consigli da parte degli attori che ci hanno aiutato molto.

F.Z.– Con noi sono stati tutti dei maestri che ci hanno messo a nostro agio che ci ha fatto da guida ed ha fatto funzionare i nostri personaggi.

L.M.– Con Alessio Boni, il maestro della fiction, c’è stato un ottimo rapporto: dal punto di vista della recitazione è stato come un padre, ma dal punto di vista musicale è stato lui a chiedermi consigli. Un rapporto di collaborazione costruttivo. 

Proprio il personaggio di Alessio Boni, maestro duro ed intransigente, quanto è reale nella vostra esperienza di studenti di conservatorio?

Pia Chiara Aurora – C’è stato chi ha visto la fiction ed ha puntato il dito contro la figura del mastro interpretato da Boni perché troppo severo e forse una figura che non si può trovare mai. A noi personalmente non ci è mai capitato di incontrarne, ma ce ne sono ed esistono maestri di questo tipo. Però sono quelli che aiutano di più in un percorso formativo, nella serie certamente è stato estremizzato, ma sono figure che nei percorsi di vita si possono incontrare. 

Finalmente ci sono degli attori che sanno suonare davvero in una fiction, è stata una marcia in più oltra allo sviluppo della storia?

L.M. – Una scelta di verità che mi ha catturato, poi la soddisfazione di un pubblico che apprezza e che ha notato la forza della nostra spontaneità visto che conosciamo il mondo che raccontiamo. Grazie alla musica siamo riusciti a legare il personaggio a noi come persone.

P.C.A. – Aspetto fondamentale, conoscevamo il mondo descritto: ci appartiene davvero.

Ieri sera in piazzetta Marina Confalone, straordinaria e versatile attrice napoletana vincitrice di premi e recentemente premiata con un David di Donatello. Oggi invece la serata finale, saranno presenti a partire dalle 21 i protagonisti di “Be Kind. Un viaggio gentile nella diversità”. Prima però alle 18 la tavola rotonda che tratterà del turismo lento e dell’economia circolare.

(s.s.)

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