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Cronaca

FABRIANO Il museo dei mestieri in bicicletta “emigra” a Gubbio

Un museo, secondo i dati 2018, da 7.000 visite annue e circa 23mila euro di incassi

 

FABRIANO, 1 marzo 2020 – La collezione di Luciano Pellegrini, il museo dei mestieri in bicicletta si trasferisce in Umbria. Sarà Gubbio la destinazione delle due ruote esposte fino a poco tempo fa in via Gioberti (leggi l’articolo).

Un museo da 7.000 visite annue e 22.000/23.000 euro di incassi (da considerare anche l’affitto da versare al proprietario dell’immobile in via Gioberti e  “l’affitto” delle biciclette al proprietario) che ora si trasferirà a Gubbio. È stato siglato infatti un contratto di 8 anni tra l’imprenditore Giuliano Trippetta ed il proprietario delle biciclette Pellegrini.

Luciano Pellegrini per costruira la sua collezione, ha fatto il giro dell’Italia per poter acquisire la bicicletta dello spazzacamino, del cocciaro, del ciabattino, del pompiere, dello sciuscià e del vetraio  realizzando una collezione di biciclette d’epoca unica nel suo genere.

Il sindaco, poco più di un mese fa, aveva ricordato le difficoltà nel trovare una soluzione per rinnovare la gestione del museo. «Per quanto riguarda il museo dei mestieri in bicicletta – aveva spiegato Santarelli – avevamo trovato dei soggetti che erano disposti a gestire la struttura nonostante il bilancio delle gestioni passate non consentisse di supportare le spese. Si era è resa disponibile una cooperativa, ci ha provato con il sostegno anche del proprietario dell’immobile che nel giro di due anni ha abbassato l’affitto dell’immobile. Ma i ragazzi della cooperativa Natourlab non sono riusciti a trovare un accordo con il proprietario delle biciclette anche con ingerenze da parte del proprietario in merito alla gestione».

Anche ieri, con un video live su facebook, ha ricostruito la storia ribadendo che «Quello dei mestieri in bicicletta è un museo privato, quindi il comune non poteva intervenire nel pagamento dell’affitto. C’era la possibilità della donazione al comune, quindi successivamente gestire e pagara l’affitto. Dopo il no a questa propost abbiamo pensato ad un trust legato al proprietario ma anche questa ipotesi è stata bocciata. Abbiamo cercato di trovare dei locali gratuiti ipotizzando le conce, con la disponibilità informale della Fondazione Carifac. Anche questa opzioni scartata perché il proprietario voleva rimanere a poca distanza dal museo della carta».

Ricostruita poi la “caccia” ad un gestore del museo verso la fine dell’anno scorso, a scadenza di quello con il precedente gestore fino a poco tempo fa dalla Natourlab citando anche atteggiamenti poco “edificanti” da pare del proprietario nei confronti dei volontari della cooperativa all’interno del museo.

«Noi di più non potevamo fare, in bocca al lupo a chi gestirà il museo»

(redazione)

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